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Sabato 17 giugno 2017 (Sorrento Musical Show)

DLT Club

Campania - Sorrento (NA)

Al momento Sabato 17 giugno 2017 (Sorrento Musical Show) non presenta offerte disponibili

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Sorrento e dintorni

La leggenda narra che nel suo mare abitavano le mitiche Sirene che tentarono Ulisse con un canto melodioso.E ancora oggi ad andare su quel mare - dai riflessi blu e verdi, in mille sfumature diverse secondo il gioco del sole - si può immaginare che dalle onde emergano - bellissime e suadenti - le Sirene.Ma forse è Sorrento una Sirena che avvince e ammalia con i profumi degli alberi di limoni e aranci, con gli ulivi dagli scuri tronchi contorti e dalle foglie d'argento che si muovono piano, con un lieve suono, al vento che viene dal mare, con le rocce nate dalla furia lontana di un vulcano.Città greco-osca, forse fenicia, in seguito romana, Sorrento seguì la sorte di Roma fi-no alla sua caduta. Nell'alto Medioevo repubblica (citata tra le più importanti città ma-rinare del Mezzogiorno), poi sottoposta al ducato napoletano se ne distaccò nel sec. XI.Il processo storico che portò alla costituzione del Ducato di Sorrento rientra nella lo-gica evolutiva del particolarismo comune tanto ai possedimenti bizantini (Napoli, Gae-ta, Amalfi e Sorrento), quanto a quelli longobardi (Benevento, Salerno e Capua) dell'Italia meridionale. Il ducato sorrentino, che abbracciava tutta la penisola dal Sarno alla Campanella, ebbe una certa risonanza dovuta soprattutto alla diffusione delle in-dustrie delle costruzioni e delle forniture navali, al commercio marittimo e alla produ-zione di frutta e di vino. La classe politica sorrentina era però costituita da un'aristocra-zia che basava il proprio potere sulla proprietà fondiaria; il settore del commercio ma-rittimo rimaneva ristretto all'attività di piccoli commercianti locali. Pertanto Sorrento non divenne mai una potenza marinara.Anche la creazione dell'Arcivescovado avvenne con ogni probabilità in seguito al for-marsi del Ducato. Quest'ultimo fu sottoposto per un certo periodo al duca longobardo di Salerno (1039). Riacquistata l'indipendenza (1052) con l'aiuto normanno, ne accettò la protezione legando sempre più la propria politica a quella del duca di Capua, insieme al quale fu travolto nella guerra contro l'altro duca normanno Ruggero Il d'Altavilla (1133 o 1134).A Sorrento, che prima della conquista godeva di un proprio governo, fu garantita una maggiore autonomia. Infatti la città non fu data in feudo ad alcun nobile e anche se dovette rinunciare all'indipendenza politica, poté conservare i privilegi aristocratici e il controllo dei Casali (Massa, il Piano e Vico).Ai primi del sec. XIV (forse nel 1319) nella città avvenne un fatto di sangue che portò alla scissione della nobiltà più antica in due Sedili, con la costituzione, in contrapposi-zione all'originario Sedile di Porta, del Sedile di Dominova. Il prestigio dei Sedili di Sorrento andò al di là della ristrettezza regionale, arrivando anche a contendere nel pe-riodo spagnolo alcuni privilegi alla stessa capitale Napoli.Un evento rilevante nella storia della città fu la tragica invasione turca del giugno 1558, per i saccheggi che vi furono e per la gran quantità di popolazione che fu uccisa o portata schiava a Costantinopoli. L'invasione turca affrettò l'opera di rifacimento delle mura cittadine che fu completata nel 1561.Lunghe furono le lotte sostenute dalle popolazioni contadine dei Casali e dei paesi li-mitrofi, sottoposti da secoli ai soprusi dei patrizi sorrentiiii, per ottenere l'autonomia. E' in questo contesto che si colloca la rivolta del genovese Giovanni Grillo (1 648). Sfrut-tando una serie di contrasti secolari con la nobiltà locale, il Grillo riuscì ad unire i popo-lani del Piano e i contadini della stessa Sorrento guidando un infruttuoso assedio che durò quattordici mesi.Nell'età della Controriforma la vita artistica e sociale della città "patrizia" decadde in uno stucchevole arcaismo: sorsero varie accademie e si diffusero innumerevoli ordi-ni monastici, tanto da dare a Sorrento una marcata impronta conventuale. Al contrario lo sviluppo "borghese" del Piano e degli altri paesi vicini ne favorì l'evoluzione econo-mica e sociale.Nel primo periodo borbonico si andò intensificando l'attività marinara e la pesca del tonno, fiorente fino agli inizi del sec. XX. Con il ritorno dei Borboni dopo la tragica ri-voluzione del 1799, i Sedili nobiliari venivano aboliti e il Piano nel 1808 e Meta nel 1819 ottennero l'autonomia.Dopo l'Unità anche S. Agnello si rese autonoma (1865), mentre Sorrento subiva il "risanamento edilizio" che ne cambiò l'antico aspetto.Nei primi anni del sec. XIX l'industria della tarsia del legno andò sostituendo pro-gressivamente la più antica (sec. XVI) industria della tessitura della seta. Anche l'agri-coltura si andò sviluppando al punto che assunse ai primi del '900 le caratteristiche di una vera e propria attività industriale e commerciale, con la coltivazione intensiva degli agrumi, la trasformazione dei prodotti zootecnici e le esportazioni, portando alla istitu-zione a Sorrento della Facoltà di Agraria. I periodi più recenti hanno visto la progressiva, e in alcuni casi assai intensa (intorno agli anni sessanta) l'estensione dell'attività turistica che è diventata in breve il settore di punta dell'economia cittadina.

Il Sorrento Musical Show

Il Sorrento Musical prende spunto dalla “Tarantella”, danza tipica delle regioni meridionali nata in un imprecisato e lontanissimo passato. È tale la suggestione che si sprigiona dalla musica trascinante al cui ritmo si “intrecciano” i ballerini, che musicisti insigni come Rossini ne restarono a tal punto affascinati da dedicare ad essa composizioni superbe.Nel tempo, purtroppo, il significato primigenio della Tarantella è andato perdendosi ed essa si è trasformata in uno ripetitivo spettacolo per turisti.Nel tentativo di farne rinascere la vivacità genuina, i proprietari del Teatro Tasso, da un decennio hanno iniziato una ricerca nel folklore locale alla scoperta di ambienti e personaggi che hanno ricevuto, attraverso una gelosa tradizione familiare, il prezioso patrimonio delle esatte movenze e dello spirito del ballo.Dal 1999 hanno allestito il Sorrento Musical: uno spettacolo che racconta momenti e luoghi  di un’intera giornata della Sorrento ottocentesca Lo spettacolo non è una rassegna delle canzoni e dei balli della tradizione degli ultimi due secoli: è una vera e propria ricostruzione delle situazioni quotidiane di lavoro o di festa nella penisola sorrentina del tempo che fu.Lo spettatore vedrà l’alba sorgere a Marina Grande ­ borgo dei pescatori perfettamente ricostruito dalle fedeli scenografie ­ dove prima di partire per la pesca un rito di sapore pagano invoca abbondanza. Il mare sarà il protagonista di tutta la prima parte, ad esso sono dedicate tutte le canzoni e ad esso sono ispirate tutte le storie che le melodie raccontano.La seconda scena condurrà lo spettatore nella piazza che, con l’arrivo delle bancarelle, diventa mercato. Voci e suoni tipici della compravendita si trasformano, come per magia, in canti e balli improvvisati e spontanei che traducono la frenesia gioiosa degli scambi.Le ore passano e la cessata attività mercantile della mattina regala un’immagine pomeridiana alla piazza ove la gente passeggia o discute seduta nei caffè. Gli schiamazzi della mattina cedono il passo ai sussurri delle confidenze e dei pettegolezzi, dei desideri e delle dichiarazioni sulle note delle splendide canzoni che tutto il mondo conosce ed apprezza.Un orecchio attento può scoprire che quelle canzoni recano in loro il segno stesso della storia, sono la memoria del tempo passato e testimonianza della ricchezza delle radici culturali di questa terra. Ad esempio nel folkloristico ballo con i bastoni c’è traccia dei lontanissimi influssi moreschi, mentre nella tammurrita nera (che narra dell’inaspettata nascita di un bimbo di colore dato alla luce da una donna napoletana durante l’ultimo periodo della seconda guerra mondiale) si trova l’ironica allusione degli esiti della permanenza a Napoli dell’esercito americano.Calano le prime ombre sulla scena: è quasi sera. È il momento adatto per dare vigore alla voce del cuore. Tutte le canzoni di questa parte hanno come protagonista l’amore: da quello del soldato lontano durante la grande guerra (O surdato nnammurato) alla serenata del marinaio sotto la luna, per finire ­ omaggio a Rossini ­ col corteggiamento di gatti innamorati composto esclusivamente da “umanissimi” miagolii.Un pirotecnico spettacolo, sullo sfondo di un golfo illuminato dagli adobbi della festa, chiude il Musical: i personaggi, ballerini e cantanti, vestiti per l’occasione ballano allegramente col pubblico chiedendo congedo e un applauso.

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