Ercolano
La città di Ercolano, chiamata fino al 1969 Resina, secondo la leggenda fu fondata nel 1243 a.C. da Ercole, il mitico eroe greco, come greca è l’origine di questa città che sorge alle pendici del Vesuvio. Ipotesi più accreditate testimoniano che la città fu fondata dagli Etruschi e, nel V sec. a.C. fu conquistata dai Sanniti. Poi, nel 90 a.C. fu espugnata dai Romani e ridotta a “municipium” da Silla. Nell’ultima età della Repubblica Ercolano visse un periodo di grande splendore, perché molti patrizi, attratti dalla felice posizione geografica, dalla salubrità dell’aria e dalla sicurezza dei porti costruirono le loro ville in questi luoghi. Nello stesso periodo furono restaurate le mura, furono costruiti l’acquedotto, due impianti termali, il teatro, la “Basilica”, la Palestra e molti templi. A causa del terremoto del 62 a.C. Ercolano subì notevoli danni e si iniziò l’opera di ricostruzione, che fu nuovamente interrotta dall’eruzione del Vesuvio del 79, durante la quale una nube tossica annientò gli abitanti. La città ercolanense fu distrutta dalla tremenda eruzione molto più della vicina Pompei perché distante appena 4 km. dal Vesuvio. Con l’eruzione scomparvero il promontorio su cui sorgeva la città, il fiume che l’attraversa ed i suoi porti.
La riscoperta di Ercolano fu del tutto casuale. Nel 1709, infatti, il principe D’Elboeuf, giunto qui per sfuggire agli Austriaci, diede ordine di scavare un pozzo; durante lo scavo vennero alla luce molti marmi e svariate statue che ornavano la scena del Teatro dell’antica Ercolano. Nel 1738 i lavori di scavo ripresero sotto Carlo III di Borbone e la direzione degli stessi fu affidata all’ingegnere militare spagnolo De Alcubierre. Furono scavati dei cunicoli sotterranei che, in un secondo momento venivano riempiti per non compromettere la solidità della struttura urbana della città. De Alcubierre ritrovò molte altre statue di bronzo tra cui la più significativa è la statua equestre di Marco Nonio Balbo. Con Karl Weber fu completata l’esplorazione del Teatro e fu scoperta la villa suburbana dei Papiri, con l’annessa biblioteca. Nel 1755, in seguito a questi molteplici ritrovamenti, nacque l’Accademia Ercolanense che fu molto attiva fino al 1792 in materia di pubblicazioni. Gli scavi furono interrotti e poi ripresi, prima sotto Francesco I di Borbone e poi per volere di Vittorio Emanuele II. Dovremo attendere l’anno 1927 per avere una ripresa davvero sistematica degli scavi. In quell’anno Amedeo Maiuri prima e Alfonso De Franciscis poi, recuperarono quasi tutti i quartieri dell’antico abitato con gli edifici pubblici, tra cui il foro, centro della vita sociale, politica ed economica dell’antica Ercolano. Negli anni Ottanta del secolo scorso sono riemersi, oltre al Tempio di Venere e le Terme Suburbane, l’antico porto greco, ove invano si rifugiarono nel 79 d.C. gli ercolanensi. Sulla spiaggia adiacente al porto, sono stati ritrovati anche centoventi cadaveri. Nel 2000 sono ripresi gli scavi nei pressi della Villa dei Papiri. Oggi, l’abitato attuale pone molti limiti alla prosecuzione degli scavi nell’area archeologica rendendo difficile anche la fruizione di quest’ultima.
Parco Nazionale del Vesuvio
Il Parco Nazionale del Vesuvio, di grandissimo interesse geologico e storico, è stato istituito al fine di salvaguardare i valori del territorio, di applicare metodi idonei a realizzare una corretta integrazione tra uomo e ambiente, di promuovere attività di educazione ambientale e di ricerca scientifica. Il Parco nasce, però, anche dall'esigenza di difendere il vulcano più famoso del mondo: il Vesuvio, tipico esempio di vulcano a recinto costituito da un cono esterno tronco, il Monte Somma, oggi spento con cinta craterica in gran parte demolita entro la quale si trova un cono più piccolo rappresentato dal Vesuvio, ancora attivo. Il territorio, ricco di bellezze storico-naturalistiche, vanta una produzione agricola unica per varietà e originalità di sapori.