Capri ed Anacapri
Conformazione: Capri è costituita da pietra calcarea compatta appartenente al Giuralis inferiore. Al di sopra vi sono depositi eocenici, depositi tufacei e pozzolane provenienti dagli antichi vulcani circostanti trasportati dal vento, inoltre l’isola è stata interessata da fenomeni bradisismici tutt’ora attivi e non vi sono sorgenti d’acqua.
Flora e fauna:Sull’isola colpisce la concentrazione , su un territorio così limitato, di circa 850 specie e 133 varietà di piante, alcune delle quali portate dai Romani per abbellire le sontuose ville. Tra le colture è da ricordare la vita e gli agrumi. Per quanto riguarda la fauna, si sottolinea la presenza del gabbiano reale (larus argentatus) e la famosa lucertola azzurra, variante cromatica della Podarcis sicula, mentre già dal 1912 si è estinta una specie di foca detta bove marino. Grande è la varietà di uccelli migratori, la cui attività viene monitorata dall’osservatorio della LIPU presso il castello Barbarossa.
Storia:abitata fin dal paleolitico, il ritrovamento di armi in selce e fossili animali prova che l’isola di Capri era allora unita alla Penisola Sorrentina. Preziosi sono i ritrovamenti di armi e utensili nella Grotta delle Felci, testimonianza dell’età Neolitica. L’origine del nome è fonte di innumerevoli discussioni; recentemente si è propensi ad accettare la teoria che il nome derivi da un toponimo paleo italico volto a significare “isola delle capre”, mantenuto poi in diverse forme da Greci (Kaprìae, Kaprìa, Kaprèa, Kaprìai) e romani (Capreae, Caprae). Nel VII secolo a.C. l’isola, sotto influsso dei Cumani, presentava tutti gli aspetti dell’influsso greco. Nel V secolo a.C. l’isola divenne possedimento di Neapolis. L’anno 29 a.C. si caratterizzò per la visita sull’isola dell’imperatore Augusto il quale, avendo avuto come magnifico presagio il rinverdire di un leccio secco, la ottenne da Neapolis in cambio di Ischia diventando meta preferita delle proprie vacanze. Tra il 26 e 27 a.C, il suo successore Tiberio vi si trasferì in modo stabile, governando da Capri l’intero Impero romano. Secondo Tacito, l’imperatore aveva sua disposizione 12 ville. Con la morte di Tiberio l’isola divenne meno frequentata. Poche sono le testimonianze storiche dell’alto medioevo: la Campania era sottoposta all’esarcato di Ravenna ed è molto probabile che anche Capri ne dipendesse. Quando Napoli si costituì ducato l’isola passò sotto il suo più diretto controllo e nei secoli VII e VIII subì, come gran parte del territorio costiero campano, le incursioni dei corsari intensificatesi di gran lunga nel IX secolo. Nel 866 d.C l’imperatore Ludovico II la donò, insieme agli isolotti li Galli della costiera amalfitana, a Marino duca di Amalfi, come compenso dell’opera prestata per liberare dalla prigionia Atanasio vescovo di Napoli. Più tardi l’isola fu presa dal principe longobardo Guaimario IV, passò poi soto Roberto il Guiscardo e al tempo di Ruggero II tentò invano di ribellarsi al dominio normanno. Nel 191 passò sotto il dominio Svevo e nel 1230 Capri ebbe il primo grande feudatario: il conte Eliseo Arcucci. La regina Giovanna d’Angiò ebbe a cuore le sorti dell’isola, elargendo moltissimi privilegi fiscali per mezzo del suo segretario conte Giacomo Arcucci (fondatore della certosa di San Giacomo) . Il re Federico d’Aragona nel 1496 rese indipendente il territorio di Anacapri da quello di Capri; questo storico atto, seppur non contribuì a diminuire i forti dissidi secolari tra i due centri, è alla base dell’attuale separazione amministrativa dei due comuni. Sotto la dominazione spagnola non cessarono le scorrerie dei corsari. Importanti testimonianze scritte ricordano l’arrivo del Solimano Khair er-Din detto Barbarossa, che nel 1535 distrusse il castello di Anacapri, mentre nel mese di agosto del 1553 il corsaro Dragut saccheggiò e bruciò la Certosa di Capri. L’isola divenne luogo di innumerevoli visite di Ferdinando IV che prediligeva la caccia alle quaglie. Nel 1806, quando i Francesi entrarono a Napoli, il capitano Giuseppe Chevret occupò l’isola e iniziò a fortificarla, l’11 maggio sbarcarono 300 inglesi che in poco tempo scacciarono i francesi e Capri passò sotto il governatorato militare di Hudson Lowe (futuro carceriere di Napoleone sull’isola di Sant’Elena) . il 4 ottobre 1808 2000 francesi, sotto la direzione militare di Gioacchino Murat, sbarcarono a Capri costringendo alla resa gli inglesi.
La fama turistica di Capri cominciò con la riscoperta della Grotta Azzurra nel 1826, ripresa subito nella letteratura romantica tedesca. Da allora Capri divenne meta preferita e fonte d’ispirazione di innumerevoli pittori, poeti e scrittori nordeuropei. Da sottolineare, inoltre, successive testimonianze del fascino caprese nel campo letterario nei primi del ‘900 come “Canti dell’isola” di Ada Negri del 1924 e il romanzo “La storia di San Michele” di Axel Munthe così come i testi di Norman Douglas.
La Grotta Azzurra
La Grotta Azzurra è una grotta situata nel comune di Anacapri, sull'isola di Capri nella città metropolitana di Napoli.Prestigioso ninfeo dell'età romana, dopo un lungo declino la grotta divenne conosciuta a partire dal 1826, quando fu visitata dall'artista tedesco August Kopisch.
La grotta Azzurra ha una apertura parzialmente sommersa dal mare, dalla quale filtra la luce esterna che - in questo modo - crea un'intensa tonalità blu di colore, che rappresenta la caratteristica peculiare dell'antro.
In età romana, ai tempi di Tiberio, la Grotta era utilizzata come un ninfeo marittimo. L'antro, infatti, costituiva una vera e propria appendice subacquea ad una villa augusto-tiberiana detta di Gradola, oggi ridotta a pochi ruderi. Testimoni di quest'utilizzo sono le numerose statue romane, rappresentanti Poseidone, un tritone ed altre creature marine che in origine dovevano esser state disposte lungo le pareti della caverna. Le statue, trovate nel 1963 dopo alcune indagini archeologiche, sono oggi custodite nel Museo della Casa Rossa.Dopo il declino dell'Impero romano, la Grotta fu condannata ad un lungo ed inesorabile declino, venendo completamente dimenticata. Il 17 agosto 1826 il poeta prussiano August Kopisch, il marinaio caprese Angelo Ferraro, il locandiere Pagano (che li sollecitò nell'impresa) ed altri uomini decisero di esplorare un antro ubicato nel versante nord-occidentale dell'Isola, non tenendo fede ad antiche leggende che volevano la grotta infestata da spiriti maligni e demoni.La cronaca della giornata fu riportata da Kopisch nel 1838 nell'annuario «Italia», sotto il titolo La scoperta della Grotta Azzurra. Naturalmente Kopisch contribuì ad estendere universalmente la fama della cavità, venendo addirittura citato come lo «scopritore» della Grotta; ciononostante, la Grotta Azzurra era già nota prima della redazione del racconto, grazie alle infuocate descrizioni di molti scrittori romantici. Fra questi, vanno citati Wilhelm Waiblinger con la sua Leggenda nella Grotta Azzurra (1828) e Hans Christian Andersen, con Improvvisatoren (1835).
da anna maria b. - 13/05/2022 , alle 14:30
da Angela M. - 13/05/2022 , alle 07:41
da Antonietta M. - 23/07/2021 , alle 16:59
da Catia R. - 23/07/2021 , alle 10:02
da Elisa M. - 12/07/2021 , alle 10:38
da Veronica C. - 02/07/2021 , alle 22:26
da Silvia A. - 29/05/2021 , alle 17:28
da sylviane a. - 28/05/2021 , alle 16:45
da Maria Luisa G. - 28/05/2021 , alle 16:09
la guida Isabella bravissima e simpatica..spero di poter fare altre gite con voi.... x es Pompei...
da lucia cluadia n. - 28/05/2021 , alle 09:58
Ottima organizzazione,la guida Isabella molto gentile e preparatissima, grazie di cuore DLT Viaggi!
da Roberto R. - 24/06/2019 , alle 12:09
grazie
da MARIAROSARIA . - 21/06/2019 , alle 17:00
da Antonio D. - 20/08/2018 , alle 10:33
da Anna Maria D. - 17/08/2018 , alle 15:46
da Anna L. - 10/08/2018 , alle 13:50
da Giuseppe U. - 13/07/2018 , alle 10:48
da stefania b. - 13/07/2018 , alle 09:44
da filomena c. - 22/06/2018 , alle 17:05
da ANTONIO L. - 22/06/2018 , alle 15:08
da Roberta P. - 22/06/2018 , alle 07:26