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TOUR IN RIVIERA ROMAGNOLA E URBINO

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Emilia Romagna - Cattolica (RN)

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Strutture nelle vicinanze

Castello di Gradara

La storia del castello di Gradara ha origine in quel lontano e affascinante periodo, che chiamiamo Medioevo, ancor oggi in gran parte oscuro, percorso da aspre battaglie per l’affermazione di nuovi poteri, e insieme ricco diinteressanti fermenti artistici,.Posto sulla sommità  di un colle, dominante i percorsi tra Romagna e Marche, esso rivestì immediatamente un ruolo strategico di fondamentale importanza.Il nucleo più antico risale al XII secolo, una casa torre, appartenente alla famiglia nobiliare di Pesaro, i De Grifo. Ma le origini del luogo si fanno risalire all’epoca romana, come testimoniano i blocchi di pietra alla base del Mastio, tra cui quella con la scritta a lettere capitali “DEMETRI”. Ma il Castello di Gradara é noto per una delle più belle storie d’amore della letteratura italiana, narrata per la prima volta dal Sommo Poeta, Dante Alighieri nel suo divino poema. E’ nel girone dei Lussuriosi – V Canto dell’Inferno – che si trovano Paolo e Francesca, i due amanti che hanno reso famosa la Rocca conferendole un alone di mistero e leggenda.

Ravenna

Eletta come una delle candidate italiane per il titolo di “Capitale Europea della Cultura” per il 2019, Ravenna è una realtà che sa come fare breccia nel cuore di tutti gli appassionati d’arte. La città, cara a personalità illustri come tra Dante Alighieri, Klimt, Byron e Leopardi, custodisce gelosamente quel ricco patrimonio ereditato dal suo fluente passato che si traduce in mosaici antichi, una meraviglia che ha alle spalle 1500 anni di storia. Quando si parla di mosaico si fa riferimento ad una sorta di puzzle, una sublime lavorazione eseguita per frammentazione e ricomposizione del materiale di cui è costituito, piccoli quadratini di pietra, terracotta o pasta vitrea che, insieme, vanno a formare una superficie decorata con motivi geometrici o elementi figurativi.
Le origini del mosaico risalgono al 3000 a.C. e sono legate alla civiltà dei Sumeri che se ne servivano per le proprie dimore avvalendosi di decorazioni geometriche; nel periodo ellenistico invece, i greci utilizzavano, fino al I secolo a. C il mosaico a ciottoli, rimpiazzato poi dal mosaico a tessere con suggestive rappresentazioni figurative, storiche, mitologiche o riproduzione di scene di vita quotidiana. Molto amato anche dai i romani, il mosaico assunse una funzione decorativa e venne impiegato per rivestire gli ambienti domestici, tanto i pavimenti quanto le pareti, diversificandosi dai motivi greci per una prevalenza di forme geometriche o disegni che riproducono vegetazioni stilizzate. Con i cristiani e, soprattutto, i bizantini, il linguaggio musivo raggiunse il massimo splendore fra i primi decenni del IV secolo e gli inizi del VI secolo, quando la produzione artistica conquistò anche l’Italia, avendo come fulcro Ravenna nel periodo che fu capitale dell'Impero romano. Il sui uso era legato soprattutto all’esigenza di impreziosire le pareti delle basiliche con smalti, oro zecchino fino ad arrivare al Medioevo quando, a rubare la scena, sono soprattutto episodi della Bibbia. In epoca moderna una lettura ed un uso stravagante è quello firmato dal catalano Antoni Gaudí che, come si può ammirare al Parco Güell di Barcellona, usa il mosaico avvalendosi di giochi di linee, forme, disegni e colori che rimandano ad una dimensione onirica; non furono da meno Gustav Klimt e Joan Mirò che, innamorati del mosaico, lo resero parte integrante della propria arte. Impossibile vedere il declino di questo lusso tanto da essere abbracciato da innumerevoli personalità contemporanee: per chi volesse approfondire l’argomento, il Centro Internazionale di Documentazione sul Mosaico ha realizzato un archivio mediante il quale è possibile conoscere, online, tutti i mosaicisti attivi al giorno d’oggi scoprendo curiosità, i laboratori e tutto ciò che milita intorno alla loro attività artistica.
Sono molte le scuole che ancora perpetuano le antiche tecniche di composizione e taglio delle tessere dei mosaici; il lavoro richiede occhio e pazienza in quanto è necessario essere in grado di osservare ogni singola unità, tanto nelle forme quanto nei colori, per creare poi una composizione funzionale. Il lavoro viene svolto rigorosamente a mano, avvalendosi di strumenti quali martellina e tagliolo che conferiscono alle pietre naturali, ricavate principalmente da smalti, marmi policromi e ori, trame di luci e colori unici. Tante le tecniche di lavorazione, il metodo più conosciuto, nonché il più rapido e semplice, è quello “diretto” che vede applicare le tessere direttamente sulla superficie da decorare andando così, gradualmente, a ricoprire il disegno sottostante.
Ravenna custodisce alcuni dei migliori esempi dell'arte del mosaico, molti monumenti dichiarati patrimonio dell'umanità dall'UNESCO di cui sette decorati con bellissimi mosaici come il Mausoleo di Galla Placidia o la Basilica di Sant'Apollinare Nuovo, il Mausoleo di Teodorico, la Basilica di San Vitale nonché poli culturali come il Museo d’Arte (MAR), al cui interno viene messa in mostra una collezione dei Mosaici Moderni. Arte en plein air invece al Parco della Pace, realizzato nel 1984 su progetto di una commissione artistica presieduta da Giulio Carlo Argan per diffondere un messaggio universale di pace e d’amicizia fra i popoli o ancora i Giardini Speyer, in Piazza della Resistenza, dove spicca un elemento musivo verticale su progetto di Enzo Pezzi. Interessante anche il TAMO, “Tutta l'Avventura del Mosaico”, allestito nella Chiesa di San Nicolò dove viene raccontata la storia del mosaico iniziando da antichi da reperti giungendo fino a quelli contemporanei.

San Marino e dintorni

La Repubblica di San Marino si trova a 30 minuti d’auto da Rimini e territorialmente comprende l'alta valle del torrente Ausa, la parte sinistra dell'alta valle del fiume Marano e quasi tutta la valle del Rio San Marino, affluente del fiume Marecchia. A partire dal 2008 il centro storico della Città di San Marino e il Monte Titano sono stati inseriti dall'UNESCO tra i patrimoni dell'umanità. E’ la Repubblica più antica d’Europa e anche lo stato che, in proporzione ai suoi abitanti ospita il più grande numero di visitatori, attratti dal suo centro storico con gli innumerevoli negozi, le antiche piazze, i palazzi, i musei, le chiese e le case medioevali tutte in pietra che conservano l’aspetto di un tempo. Sulla vetta del Monte Titano si ergono le tre Rocche (o torri fortificazione) collegate fra loro con muraglie e camminamenti, da dove si può godere di uno splendido panorama. Sono innumerevoli gli elementi caratterizzanti il centro storico della città di San Marino, a cominciare dalle tre Torri che svettano sullo skyline del Monte Titano. Le torri che servivano alla Repubblica di San Marino, alleata del Ducato del Montefeltro, per difendersi dagli attacchi dei Malatesta di Rimini, sono divenute, nel tempo, simbolo dell’antica Città-Stato adagiata sulla sommità del Monte, tra cielo e terra, protetta dalle antiche mura difensive con le loro magnifiche porte e i loro due bastioni. La torre denominata Rocca o Guaita, è la prima fortificazione del Monte Titano, e il suo nucleo centrale risale all’anno Mille. Monumento divenuto simbolo di pace, questa torre è sempre stato un fortilizio militare a guardia e difesa di San Marino, come attesta il nome stesso, Guaita (che deriva dal tedesco Weite, spazio largo per vigilare). Numerosi i restauri effettuati nel corso del tempo - da quelli cinquecenteschi a quelli realizzati tra 1925 e il 1935 dal sammarinese Gino Zani - che le hanno conferito l’assetto attuale.La seconda Torre, detta Cesta, risalente al secolo XIII, sorge a picco sul mare, nel punto più elevato del Monte Titano (m.756 s.l.m.). Il nome deriva dal termine latino “cista” con il quale si indicava una antica specula romana. Anche questa rocca ha subito numerosi restauri e adattamenti.  È sede del Museo di Stato delle Armi.Il Montale, la terza torre, anch'essa importante baluardo nelle guerre di difesa contro i Malatesta, ha pianta pentagonale e le sue origini risalgono al XIII sec. Tra gli altri edifici del centro storico di San Marino un posto di rilievo va poi al Palazzo Pubblico, sede dei principali organi istituzionali e amministrativi e luogo in cui si svolgono le cerimonie ufficiali. L'attuale palazzo progettato in stile neogotico fu inaugurato nel 1894. La facciata, sovrastata dalla torre dell’orologio, è caratterizzata da grandi aperture a sesto acuto.Racchiusa fra Palazzo Pubblico, la Casa piccola del Comune (Domus comunis Parva) e le case Angeli risalenti al XIV secolo, c'è Piazza della Libertà. È una piazza magica: l'’armonia dei palazzi e dei monumenti si esalta in un paesaggio i cui i colori trasformano il luogo in un quadro. Questa piazza racchiude in sé storia e istituzioni. Altri ancora sono gli edifici e i luoghi che caratterizzano la Città di San Marino: il Teatro Titano (1777), la Biblioteca e l’Archivio di Stato, numerosi palazzi storici nelle contrade cittadine - che appartenevano a nobili famiglie - e il parco naturale della Rupe. Tra gli edifici a carattere religioso troviamo la Basilica di San Marino (1835-1838) situata sul sito dell’antica chiesa romanica, la Chiesetta di San Pietro, il Convento e la Pinacoteca di San Francesco (1361), il Monastero di Santa Chiara (1565-1609) oggi sede dell’Università e il convento dei Cappuccini fuori le mura.Una funivia collega la Città di San Marino a Borgo Maggiore, piccolo villaggio che ha sempre avuto una rilevanza economica e strategica per la Repubblica fin dal medioevo. Nelle caratteristiche piazzette e sotto i portici di questo storico luogo si svolgevano mercati e fiere, e ancora oggi , secondo un’antica tradizione, si svolge regolarmente, ogni giovedì, il mercato. A Borgo Maggiore  si  segnalano la Torre campanaria e i portici del mercato, le cantine e le piazze, il Museo Naturalistico e due chiese importanti: quella del Suffragio e quella della B. V. della Consolazione, opera dell’Arch. G. Michelucci.

San Leo

L'antichissimo borgo è situato su un enorme masso roccioso tutt'intorno invalicabile, alle spalle della Repubblica di San Marino e della Riviera di Rimini, nella Val Marecchia.
San Leo, meravigliosa capitale d’arte, citata da Dante Alighieri nella Divina Commedia, è il fulcro della regione storica del Montefeltro ed è la città che gli ha dato il nome. Nota per le sue vicende storiche e geopolitiche, location per film e documentari, meta turistica d’eccellenza, è la perla preziosa custodita dalla provincia di Rimini.
La straordinaria conformazione del luogo, un imponente masso roccioso con pareti a strapiombo  ne ha determinato, fin dall’epoca preistorica, la doppia valenza militare e religiosa, testimoniate da manufatti di grandissimo pregio.
Tutto il possente apparato difensivo, a cui si accede per un'unica strada tagliata nella roccia, sembra essere un prolungamento del masso che lo sostiene, fino alla punta più alta dello sperone dove svetta la Fortezza di Francesco di Giorgio Martini (XV sec).
La città un tempo si chiamava Monte Feltro, da Mons Feretrus, nome legato all’importante insediamento romano sorto intorno al tempio consacrato a Giove Feretrio. Fu oggetto costante di contesa, finchè venne definitivamente conquistata nel 1441 dal giovane Federico da Montefeltro, che duramente contrastò i Malatesta nel dominio della Valle del Marecchia. Ospitò personaggi come Dante e San Francesco d’Assisi, che qui ricevette in dono il Monte della Verna. Devoluta allo Stato Pontificio nel 1631, divenne aspro carcere dove, tra gli altri, finirono i propri giorni il Conte di Cagliostro (1795) e Felice Orsini (1844).
Annoverato tra “I Borghi più Belli d`Italia”, il mirabile centro storico sprigiona il suo fascino in ogni periodo dell'anno. Oltre alla suggestiva fortezza, si offrono immediatamente allo sguardo gli antichi edifici romanici: Pieve, Cattedrale e Torre.
A essi si affiancano numerosi palazzi rinascimentali, come il Palazzo Mediceo, con l’elegante Museo di Arte Sacra, la residenza dei Conti Severini-Nardini, il Palazzo Della Rovere, sede del Municipio.
Da San Leo si gode una magnifica vista sui monti circostanti, lungo la vallata del Marecchia, giù fino al mare.

Urbino

Immersa nelle morbide colline marchigiane, tra la valle del Metauro e la valle del Foglia, sorge Urbino, città d'immensa ricchezza storica e artistica. Proprio per questo a Urbino è facile perdersi con il naso all'insù mentre si passeggia nel suo centro storico.
Circondata da una lunga cinta muraria in cotto e adornata da edifici in pietra arenaria, grazie al lavoro di importanti artisti Urbino da semplice borgo divenne “culla del Rinascimento” e, ancora oggi, passeggiando per il suo centro storico se ne respira l'aria quattrocentesca. Una caratteristica questa che gli ha fatto guadagnare l’onore di entrare nella World Heritage List nel 1998.Urbino - Archivio Città di Urbino Foto di Paolo Mini Per l’UNESCO, infatti, la città ha il merito indiscusso di essere stata un punto d'attrazione per i  più illustri studiosi e artisti del Rinascimento, italiani e stranieri, che l'hanno trasformata in un eccezionale complesso urbano.  Le origini di Urbino sono antichissime, il nome romano Urvinum deriverebbe dal termine latino urvus (urvum è il manico ricurvo dell'aratro), ma è nel Quattrocento che la città vive il suo massimo splendore. Ed é soprattutto grazie all’apporto di Federico di Montefeltro che Urbino acquisì quell'eccellenza monumentale e artistica, la cui influenza si è largamente estesa al resto d'Europa. 
Questo grande mecenate infatti seppe non solo trasformare Urbino in una magnifica corte princesca, ma anche attrarre nel ducato il meglio che la cultura umanistica rinascimentale italiana potesse offrire: Piero della Francesca, Luciano Laurana, Leon Battista Alberti, Francesco di Giorgio Martini, Girolamo Genga ed il padre di Raffaello, Giovanni Santi. Passeggiando lungo le ripide e strette strade si incontrano tutti gli edifici della Urbino rinascimentale: l'ex Monastero di Santa Chiara, la Chiesa di San Domenico, il Mausoleo dei Duchi nella Chiesa di San Bernardino, palazzo Boghi e il maestoso Palazzo Ducale, custode del tesoro urbinate. Alcune tra le più importanti maestranze dell'epoca furono coinvolte nella costruzione del palazzo, oggi sede della Galleria Nazionale delle Marche. E una visita alla Galleria è d'obbligo se si vogliono ammirare alcuni capolavori assoluti della storia dell'arte qui conservati: "Flagellazione di Cristo" e " Madonna di Senigallia" di Piero della Francesca , "Comunione degli Apostoli" di Giusto di Gand ; "Miracolo dell' Ostia Profanata" di Paolo Uccello e la sublime "Muta" di Raffaello. Nelle vicinanze da non perdere la Data (le stalle ducali), collegata al Palazzo dalla magnifica Rampa elicoidale. Bella artisticamente, ma bella anche dal punto di vista paesaggistico, trovandosi tra due colli, Urbino offre un panorama fatto di tetti e di chiese decisamente suggestivo. 
Sia Bramante sia Raffaello mossero i primi passi proprio qui ad Urbino. Raffaello in particolare si formò nella bottega paterna ed esordì con opere commissionategli dalle vicine località del ducato. A Urbino si svolge ogni anno la Festa dell’aquilone che generalmente si tiene a settembre. Si tratta di una vera e propria gara in cui vince chi riesce a far volare il proprio aquilone più in alto. Nei piccoli laboratori si crea arte fin dal ‘500: orafi, ebanisti, ceramisti, molti gli artigiani legati all’edilizia (stuccatori, pittori, falegnami, scalpellini); nelle botteghe del centro storico è possibile guardare da vicino tecniche antiche e nuove creazioni. La corte di Federico da Montefeltro, così come descritta da Baldassarre Castiglione ne Il Cortegiano, introdusse i caratteri del cosiddetto "gentiluomo" in Europa, che rimasero pienamente in voga fino al XX secolo.Sede di una delle più antiche università, la Carlo Bo, che nasce nel 1506, conta più universitari che residenti autoctoni, vanta una famosa Accademia di Belle Arti, ed è anche nota come la "capitale del libro" per via dell'Istituto per la Decorazione e l'Illustrazione del Libro nato nella seconda metà del XX secolo. 
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