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Domenica 21 Febbraio 2016

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Umbria - Collevalenza e Todi (PG)

Collevalenza ed il Santuario dell'Amore Misericordioso

Collevalenza, il piccolo e grazioso borgo medievale si trova a circa 6 km da Todi in direzione sud, adagiato su di una collinetta a 354 m s.l.m.La sua importanza è essenzialmente legata alla presenza del Santuario dell'Amore Misericordioso, fondato da Madre Speranza Alhama di Gesù.Il santuario dell'Amore Misericordioso è un luogo di culto cattolico che sorge a Collevalenza, frazione del comune di Todi, in provincia di Perugia. Il 18 settembre 1951, Madre Speranza delle Ancelle dell'Amore misericordioso o anche nota come Speranza di Gesù Alhama Valera, si stabilì nel piccolo paese di Collevalenza, a sud-est di Todi. Qui, negli anni cinquanta fondò i Figli dell'amore misericordioso, ramo maschile della sua congregazione, e decise di costruire nei pressi dell'abitato un santuario dedicato all'Amore misericordioso di Dio.Il progetto del santuario venne affidato all'architetto spagnolo Julio Lafuente e la costruzione del complesso venne avviata nell'anno 1953. Nel 1962, terminata la chiesa superiore, essa venne solennemente consacrata dal cardinale Alfredo Ottaviani, mentre il resto del complesso fu concluso nel 1975.Il 22 novembre 1981, papa Giovanni Paolo II ha visitato il santuario celebrando una Messa ed elevandolo alla dignità di basilica minore.[2] Alla morte di Speranza di Gesù Alhama Valera (8 febbraio 1983), il suo corpo è stato tumulato nella cripta della chiesa.Dal 6 aprile 2013, viglia della Domenica in albis, festa della Divina Misericordia, nel santuario si trova stabilmente una reliquia di Giovanni Paolo II, costituita da un frammento di tela bagnato del sangue del santo. Il santuario sorge a nord-ovest del centro storico di Collevalenza, poco fuori da quest'ultimo. La basilica è preceduta da una lunga scalinata e presenta una facciata piana con la parte inferiore caratterizzata da un portico costituito da una pensilina alquanto sporgente e la parte superiore da un'ampia vetrata. Alla destra della basilica sorge l'alta torre campanaria con la parte terminale cruciforme.L'interno della chiesa è a navata unica con sei cappelle per lato; queste ultime sono costituite da cilindri per metà inseriti all'interno della navata stessa; il paramento murario è con mattoncini a vista. La navata presenta una copertura con soffitto piano in cemento con un tiburio conico in corrispondenza del presbiterio. L'area presbiterale, rialzata di alcuni gradini rispetto al resto della chiesa, è interamente in marmo bianco ed ospita al centro l'altare maggiore con dietro la sede, a sinistra l'ambone e a destra, su una colonnina, il tabernacolo.La tomba di Madre Speranza, situata nella cripta.La cripta della basilica ricalca la struttura della chiesa superiore. Dedicata a Maria Mediatrice, ospita alle spalle dell'altare, il quale è sovrastato da una bassa cupola musiva, la tomba di Madre Speranza.Fa parte del santuario anche la chiesa del Crocifisso, con pianta a croce latina, caratterizzata dal soffitto in legno di larix sibirica e dal pregevole Crocifisso collocato sopra l'altare, scultura del 1930, nel quale Madre Speranza di Gesù volle sottolineare l'Amore di Gesù nei confronti degli uomini.A ridosso della parete fondale della basilica, sulla destra, si trova l'organo a canne Tamburini opus 531, costruito nel 1966. Lo strumento è a trasmissione elettrica ed è disposto su due cantorie sovrapposte, senza mostra ad eccezione della cassa espressiva, ove è costituita da canne di Principale. La consolle, mobile indipendente, è situata a pavimento, alle spalle del presbiterio, ed ha tre tastiere di 61 note ciascuna e pedaliera concavo-radiale di 32 note. L'organo è stato restaurato fra l'estate del 2012 e l'inverno del 2013 dalla ditta "Alessandro Giacobazzi" di Modena con la consulenza tecnica di Luca Di Donato (organista dell'organo della Basilica di San Domenico in Rieti); è stato inaugurato e presentato al pubblico sabato 9 febbraio 2013 in un concerto tenuto dallo stesso Luca Di Donato, dal M° Stefano Pellini e dal tenore frate Alessandro Brustenghi O.F.M.Presso il santuario vi sono delle piscine (o vasche) purificatrici, come quelle presso il santuario di Nostra Signora di Lourdes, le uniche due approvate dalla Chiesa Cattolica.

Todi e dintorni

umerose sono le ipotesi circa l'origine della città, ma una leggenda narra  che Todi sia sorta per volere dei Veii Umbri, una popolazione che viveva nella Valle del fiume Tevere; infatti mentre erano già stati iniziati i lavori per la costruzione della città sulle rive del fiume ecco che un'aquila arrivò mentre gli uomini stavano desinando e portò via con gli artigli la tovaglia trascinandola sul punto più alto del colle. Gli abitanti della Valle pensarono che ciò fosse un segno del destino e costruirono così la città di Todi sul colle. Anche l'origine del nome sembra essere incerta, ma molti lo fanno risalire al nome "Tutere" che significa confine ed infatti Todi dalla sua posizione domina la valle del Tevere e confina con l'antico territorio degli Etruschi. La storia vuole che invece Todi sia stata costruita dagli Etruschi tra il III e il I secolo a.C ed è in quest'epoca che viene costruita la prima grande cerchia di  mura che racchiude la città. Nel I secolo a.C. Todi diventa Municipio Romano e della civiltà romana rimangono ancora alcuni resti come le imponenti Cisterne Romane scoperte recentemente sotto la Piazza del Popolo. Nel Medioevo la città assume l'aspetto tipico di un castello ed è controllata da potenti feudatari quali i conti Arnolfi, i conti di Montemarte e gli Atti. Nel 760 il Re dei Longobardi, Desiderio, e Papa Paolo I concordano i confini del territorio di Todi sul versante del Ducato di Spoleto. Dopo l'anno mille la città di Todi prospera e si espande e tornano a rifiorire tutte le attività commerciali ed artigianali e diventa libero Comune dai primi anni del XII secolo. Il 1236 vede la nascita di uno dei più illustri cittadini: Jacopone, discendente di una famiglia nobile. Fu un importante uomo di legge, ma a 32 anni, dopo un episodio che lo toccò interiormente si convertì e cominciò a condurre una vita povera e monastica. Dell'opera letteraria di Jacopone si ricordano soprattutto le "laudi" nelle quali egli esprime soprattutto il senso di distacco tra la condizione umana e la figura di Dio. Dagli inizi del XIV secolo inizia un periodo di lenta, ma continua decadenza. Successivamente, anche grazie al Vescovo Angelo Cesi la città di Todi subisce un nuovo impulso e torna a rifiorire; infatti sotto la sua guida vengono effettuati importanti lavori urbanistici ed architettonici quali la costruzione della Fontana della Rua o Cesia, della Chiesa del Crocifisso e del Tempio della Consolazione completato dopo la sua morte.
Per ammirare meglio le bellezze della città, si consiglia di iniziare il cammino dal meraviglioso Tempio di Santa Maria della Consolazione, sito alle porte di Todi. Salendo l'alberato Viale della Consolazione, dopo i Giardini Pubblici, sulla destra si incontra il Tempio di San Fortunato. Dietro al Tempio si trova un sentiero che porta all'interno del Parco della Rocca. Tornando ai piedi della scalinata di San Fortunato e proseguendo per Via Mazzini si nota, sulla destra, il Teatro Comunale. Proseguendo lungo la via, si arriva nella splendida Piazza del Popolo dove si ammirano: Palazzo del Popolo, Palazzo del Capitano, Palazzo dei Priori, il Duomo. Sotto la Piazza del Popolo è inoltre possibile ammirare le Cisterne Romane: oltre 5 chilometri di cunicoli e gallerie, più di 30 cisterne, preromane, romane e medievali, 500 pozzi di varie epoche formano il ricchissimo patrimonio sotterraneo della città. Accanto alla Piazza del Popolo ve ne è un'altra che prende il nome dalla statua dell'illustre personaggio che vi troneggia: Piazza Garibaldi. Da qui, scendendo per Corso Cavour, troviamo sulla destra la Fontana Cesia. Proseguendo si arriva alla Porta Marzia. Dopo pochi metri, svoltando a sinistra, si possono ammirare i Nicchioni Romani. Procedendo lungo questa via si arriva alla Chiesa di S.Carlo. Poco oltre si trova la Fontana di Scarnabecco e più avanti si può ammirare la Chiesa di Santa Prassede. Tornando indietro per riprendere Corso Cavour, si scende ancora e si svolta a destra per arrivare alla Chiesa di Santa Maria in Cammuccia. Alla fine della discesa troviamo Porta Amerina; da qui, percorrendo Via della Circonvallazione verso sinistra, si giunge a Porta Romana. Fuori dalle mura, a 300 metri da Porta Romana, si vede il Tempio del Crocifisso. Da Porta Romana, continuando a percorrere la Circonvallazione, si trova Porta Perugina e, ancora oltre, i resti di Porta Orvietana. Da qui un lungo viale alberato conduce al Convento di Montesanto.

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