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TOUR ROMA E GOLFO DI NAPOLI

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Lazio - Roma (RM)

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Roma

Capitale d'Italia, è considerata una delle più belle città del mondo. Il suo centro storico, insieme alle proprietà extraterritoriali della Santa Sede dentro la città e alla Basilica di San Paolo Fuori le Mura, è tra i 53 siti italiani inseriti dall’Unesco nella World Heritage List.Il centro storico, racchiuso all'interno delle mura aureliane (a sinistra del Tevere) e delle mura gianicolensi (a destra del fiume), comprende ben 25.000 punti di interesse ambientale e archeologico.La leggenda vuole che a fondare Roma furono nel 753 a.C due fratelli, Romolo e Remo, allattati dalla famosa Lupa, divenuta ormai simbolo iconografico della Capitale, assieme a uno dei suoi monumenti più importanti: il Colosseo. Ma è la storia che ha fatto grande Roma: prima centro della Repubblica Romana, poi fulcro della vita politica e culturale dell'Impero, e, nel IV sec., capitale del mondo cristiano.Il sito del Patrimonio Mondiale, esteso nel 1990 alle mura di Urbano VIII, comprende alcuni dei monumenti più importanti dell'antichità, tra i quali spiccano i Fori Imperiali. Poco distanti, sul colle Aventino, troviamo due capolavori, sede degli svaghi della gens romana: Le terme di Caracalla (212-217), tra i più grandiosi esempi di bagni pubblici, e il Circo Massimo, dedicato alle corse delle bighe.Spostandosi a Nord lungo il Tevere si incontra il Mausoleo di Augusto, imponente monumento funerario voluto dall'imperatore Augusto nel 29 a.C. al suo ritorno da Alessandria, che ricorda la tomba di Alessandro Magno. Altro famoso mausoleo è quello di Adriano, su cui si innalza Castel Sant'Angelo. Radicalmente modificato in epoca medioevale e rinascimentale, è collegato alla città dello Stato del Vaticano da un corridoio fortificato, il passetto di borgo.Sempre nel centro storico di Roma sorge il Pantheon, tempio dedicato alle divinità dell'Olimpo, voluto dall’imperatore Adriano (118 -128) e chiamato dai romani "la Rotonda”. Di indubbio interesse sono poi le colonne monumentali: la Colonna Traiana, eretta per celebrare la conquista della Dacia da parte dell'imperatore Traiano, e la Colonna di Marco Aurelio innalzata tra il 176 e il 192 per rendere omaggio alle vittorie sulle popolazioni germaniche e collocata davanti a Palazzo Chigi (sede attuale del Governo) nella stupenda Piazza Colonna.  Tante poi le piazze, luoghi indimenticabili di Roma: Campo dei Fiori, con al centro la statua del filosofo eretico Giordano Bruno; Piazza Navona, dove sorge la splendida Fontana dei Quattro Fiumi del Bernini; Piazza di Spagna dominata dalla celebre scalinata; Piazza del Popolo con le caratteristiche chiese gemelle; Piazza Venezia con l'imponente Vittoriano alle cui spalle sorge il Campidoglio; il Largo di Torre argentina con i resti di antichi templi romani; Piazza Trilussa e Piazza Santa Maria in Trastevere, site entrambe nello storico quartiere di Trastevere.Oltre al centro storico di Roma, anche alcuni edifici religiosi e pubblici della Roma papale, proprietà extraterritoriali della Santa Sede, fanno parte del patrimonio Unesco. Tra questi vi sono alcune delle Chiese più belle della Capitale, considerate veri e propri capolavori artistici: Santa Maria Maggiore, San Giovanni in Laterano e San Paolo fuori le Mura. Questi monumenti hanno esercitato nel corso dei secoli una notevole influenza sullo sviluppo dell'architettura e delle arti monumentali in gran parte del mondo cristiano. La Basilica di Santa Maria Maggiore è una delle basiliche maggiori di Roma, di enorme valore artistico e religioso. Nella Roma papale questa chiesa rappresentò uno dei fulcri del piano urbano realizzato da Sisto V. Ancora oggi la basilica con il suo tipico campanile e le cupole è un elemento caratteristico del panorama di Roma. Peculiarità della basilica è la qualità e l'abbondanza dei mosaici: quelli della navata (36 pannelli) e quelli dell’arcata, risalenti al V sec., mentre quelli dell'abside furono ultimati nel 1295. La bellissima facciata posteriore, capolavoro di Carlo Rainaldi (1673), è una delle realizzazioni più solenni dell'architettura barocca.San Giovanni in Laterano fu la prima cattedrale di Roma: qui l'imperatore Costantino dopo il 312 consentì l'istituzione della prima sede episcopale. A cinque navate, con l'esterno semplice e l'interno riccamente decorato, la basilica, per l’ Anno Santo del 1650, fu restaurata da Borromini. Fu in seguito a questo restauro che la la chiesa assunse il suo aspetto barocco.Altra basilica patriarcale è quella di San Paolo fuori le Mura, costruita per volere di Costantino nel 314 e successivamente ampliata. Nel 1823, dopo un incendio, fu ricostruita dall'architetto Poletti. La basilica, divisa in 5 navate, presenta 80 colonne monolitiche di granito Montorfano. Nella parte superiore della parete, dove lastre di alabastro egiziano si alternano a grandi finestre, ci sono 36 affreschi con scene della vita di San Paolo.Insieme al centro storico di Roma e alle tre grandi chiese, nella lista Patrimonio dell’Umanità sono stati inseriti anche diversi palazzi di notevole interesse, tutti di proprietà del Vaticano. A cominciare dalla Cancelleria (1483-1517), ci sono poi Palazzo dei Propilei, Palazzo Maffei, Palazzo San Callisto e, infine, il Palazzo di Propaganda Fide.

Reggia di Caserta

Nel 1751 re Carlo di Borbone incaricò l'architetto Luigi Vanvitelli di progettare un palazzo che potesse competere con le grandi residenze dei sovrani europei, scegliendo come luogo la pianura nei pressi di Caserta. Vanvitelli accettò la sfida e presentò un progetto che raccolse l'approvazione entusiasta del re e della regina, Maria Amalia di Sassonia. I lavori iniziarono nel 1752 e si protrassero, con alcune interruzioni, fino al 1774. Nell'ultimo anno, morto Luigi Vanvitelli, i lavori furono proseguiti dal figlio Carlo che li portò a termine senza però poter rispettare esattamente il progetto paterno. Durante il regno di Ferdinando IV la reggia ospitava la corte in primavera e in estate ed era spesso teatro di feste, ricevimenti e battute di caccia; divenne poi la dimora preferita di Ferdinando II. Fece parte dei beni della corona fino al 1921, quando passò allo Stato. Durante la seconda guerra mondiale il palazzo fu gravemente danneggiato dalle bombe e poi restaurato.Nell'atrio all'ingresso del palazzo, si apre il vestibolo inferiore, dal quale si può ammirare l'infilata dei quattro cortili che aprono la vista sul parco. Dallo scalone d'onore si sale al vestibolo superiore e, di fronte, alla Cappella Palatina. Ispirata alla cappella della reggia di Versailles, è una sala rettangolare, con la volta a botte ornata di cassettoni e rosoni dorati e un'abside semicircolare. Ai due lati le gallerie superiori sono formate da sedici colonne; sulla parete d'ingresso è la tribuna reale. A sinistra della Cappella si aprono gli Appartamenti Reali: il salone degli alabardieri, il salone delle guardie, il salone di Alessandro, situato al centro della facciata principale. L'Appartamento nuovo, così chiamato perché costruito nell'Ottocento, consta di tre stanze: la sala di Marte, la sala di Astrea e la sala del trono, la più grande del palazzo. L'Appartamento del re, anch'esso ottocentesco, risente nel decoro e negli arredi dell'influenza francese, soprattutto nelle stanze da letto di Francesco II e Gioacchino Murat. L'Appartamento Vecchio era abitato già alla fine '700 da Ferdinando IV. Le sale di rappresentanza sono note come Stanze delle Stagioni perché hanno i soffitti affrescati con allegorie delle stagioni; le stanze della regina Maria Carolina sono elegantemente decorate. La Biblioteca Palatina occupa tre grandi ambienti: voluta da Maria Carolina, conta oltre diecimila volumi. In una grande sala è stato ricostruito il Presepe Reale con figure originali, sul modello di quelli che ogni anno erano allestiti a corte, in omaggio all'antica tradizione presepiale napoletana rispettata e alimentata dai sovrani borbonici. Un altro gioiello del Palazzo è il Teatro, progettato da Vanvitelli in un secondo momento per espressa volontà del re Ferdinando IV, grande appassionato di teatro. Costruito a ferro di cavallo, con cinque ordini di palchi e un sontuoso palco reale, costituisce un capolavoro dell'architettura teatrale settecentesca. La Reggia di Caserta è il capolavoro di Luigi Vanvitelli. Il suo progetto prevedeva un grande edificio a pianta rettangolare, con facciate uguali rivolte una sulla piazza d'Armi, l'altra sull'enorme giardino e quattro cortili interni. Le facciate, realizzate in laterizi e travertino, hanno un basamento a bugnato, un doppio ordine di finestre ornate in parte di mezze colonne e lesene e un ultimo piano sovrastato da una balaustra sulla quale era prevista una serie di statue, poi non realizzate. Il progetto prevedeva anche due torri angolari, ai lati del palazzo e una cupola centrale, anch'esse mai realizzate. Il palazzo ha 1200 stanze, 34 scale e 1970 finestre.Insieme all'architettura del palazzo, Vanvitelli ideò il meraviglioso parco.La Pinacoteca della reggia di Caserta è suddivisa in vari settori. Una Quadreria di otto sale ospita i ritratti dei re e delle regine della famiglia dei Borbone, sia d'Italia che di Francia. Una sala è dedicata al capostipite Carlo e contiene un suo ritratto, un ritratto della moglie Maria Amalia e uno di Filippo V. La sala dedicata a Ferdinando IV e a Maria Carolina contiene numerosi ritratti dei sovrani, tra cui uno giovanile della regina dipinto da Raffaello Mengs. In una grande sala ellittica una tela di Giuseppe Cammarano raffigura la Famiglia di Francesco I e un'altra l'albero genealogico della dinastia. Molti i ritratti di Federico I, e delle sue due mogli, Maria Cristina di Savoia e Maria Teresa d'Austria. Una raccolta di dipinti proviene dalle collezioni dei Farnese e fu acquisita da Carlo III insieme a un gruppo di sculture antiche, tra cui la gigantesca statua di Ercole e il gruppo marmoreo raffigurante Alessandro Farnese incoronato dalla Vittoria. Alcune tele farnesiane raffigurano avvenimenti della vita di Elisabetta Farnese; vi è poi un gruppo di battaglie, di scuola parmense. Un importante gruppo di dipinti raffiguranti vedute di porti del Regno fu commissionato dal re Ferdinando a Philipp Hackert, pittore austriaco. Un'ala del palazzo ospita il cosiddetto Museo dell'Opera o Museo Vanvitelliano, che raccoglie disegni, schizzi, piante delle opere vanvitelliane e soprattutto modellini in legno della reggia, realizzati quasi tutti dall'ebanista Antonio Rosz. Parte integrante della maestosità e della bellezza della Reggia di Caserta è il meraviglioso parco. È un tipico esempio di giardino all'italiana, costruito con vasti prati, aiuole squadrate e soprattutto un trionfo di giochi d'acqua che zampillano dalle numerose fontane. Il percorso dei giochi d'acqua comincia dalla Fontana del Canalone, detta anche Cascata dei Delfini perché il getto scaturisce dalle gole di tre giganteschi delfini. La Fontana di Eolo è costituita da una grande vasca nella quale si raccoglie l'acqua che cade dall'alto. Nella Fontana di Cerere o Zampilliera i getti d'acqua sono lanciati da due delfini, quattro tritoni e dalla raffigurazione simboliche di due fiumi; al centro è posta la statua di Cerere. Dalla Fontana di Venere e Adone l'acqua discende in una vasca attraverso una serie di dodici rapide. Il percorso termina con la Vasca di Diana e Atteone, dove scende dopo un salto di 78 metri, l'acqua della Grande Cascata. Il parco comprende anche un Giardino Inglese, voluto da Maria Carolina d'Austria. È ricco di piante esotiche e rare e abbellito da serre, aiuole, boschetti e viali che seguono ed enfatizzano l'accidentata conformazione del territorio. Vi sono un piccolo lago, il Bagno di Venere e, secondo il tipico gusto romantico, rovine artificiali e finti ruderi, con statue provenienti dagli scavi di Pompei.

Il Borgo di Casertavecchia

Casertavecchia (frazione di Caserta) è un borgo medievale che sorge alle pendici dei monti Tifatini a circa 401 metri di altezza e a 10 km di distanza in direzione Nord-Est di Caserta. Le origini di Casertavecchia sono ancora incerte, ma secondo alcune informazioni estrapolate da uno scritto del monaco benedettino Erchemperto, già nell'anno 861 d.C. esisteva un nucleo urbano denominato "Casahirta" (dal latino casa che significa villaggio e hirta che significa aspra).Il borgo ha subito nel corso della storia varie dominazioni.Originariamente appartenente ai Longobardi, fu ceduto nel 879 al Conte Pandulfo di Capua.A seguito delle incursioni saracene e alle devastazioni di Capua, gli abitanti e il clero delle zone circostanti trovarono in Casertavecchia, protetta dalle montagne, un rifugio sicuro.In questo periodo la popolazione aumentò in modo così considerevole da determinare il trasferimento della sede vescovile all'interno del borgo.Nel 1062 ebbe inizio la dominazione normanna che portò il paese al massimo livello di splendore con la costruzione dell'attuale cattedrale, consacrata al culto di San Michele Arcangelo. Con alterne vicende il borgo passò sotto la dominazione sveva con Riccardo di Lauro (1232-1266), il quale accrebbe l'importanza del borgo anche da punto di vista politico.Nel 1442 il borgo passò sotto la dominazione aragonese, iniziando così la sua lunga e progressiva decadenza: a Casertavecchia restarono solo il vescovo e il seminario.Con l'avvento dei Borboni e la costruzione della Reggia, Caserta diventa il nuovo centro di ogni attività a scapito di Casertavecchia, alla quale, nel 1842, viene tolto il vescovado, anch'esso trasferito a Caserta. Il borgo di Casertavecchia è meta di interesse turistico per via del Duomo, del campanile, dei resti del castello e delle strade dell'intero borgo che ricordano lo splendore di un tempo che fu.Lo splendido panorama fruibile in molti punti del borgo, i numerosi locali e pizzerie fanno si che spesso gli abitanti dei dintorni vadano a trascorrere il sabato sera nelle vie del borgo.Manifestazioni folkoristiche come Il ritorno dei cavalieri nel Borgo e Settembre al Borgo, che si svolgono annualmente nel periodo estivo, hanno contribuito alla rivalutazione del territorio

Pompei

Ciò che affascina di Pompei e lo rende, dal punto di vista storico ed artistico, un luogo unico al mondo e' la possibilità di poter ricostruire, passo dopo passo, lungo le vie lastricate di basalto lavico, la vita quotidiana degli abitanti di una città che un evento catastrofico come l'eruzione del Vesuvio ha reso immortale. Il cuore della vita cittadina, il centro di tutte le attività economiche, commerciali e politiche e il punto d'incontro per eccellenza, la "piazza" dei pompeiani, era il Foro. In questo vasto spazio, cinto da un doppio colonnato ed adorno di statue di bronzo e di marmo, di cui restano i piedistalli, erano situati tutti i principali edifici pubblici.Dalla Basilica dove si amministrava la giustizia, alle sedi dei diumviri; dei decurioni e degli edili, che governavano la città, al Comitium destinato alla votazione dei magistrati, al Tempio italico di Giove che insieme a quello di Apollo e ai numerosi altri edifici sacri dedicati alle diverse divinità sparsi nella città, testimoniavano il culto per la religione dei pompeiani che arricchivano anche le loro case di altari, detti larari. Ma questo grande spiazzo rettangolare di 38 m. x 142 era anche il luogo deputato al commercio.Nel Macellum, mercato coperto costruito in età imperiale, sono state ritrovati noccioli di frutta, cereali e lische di pesce, perché qui si vendevano i prodotti della terra, così' come la carne e gli ortaggi.L'agricoltura infatti, grazie anche ai terreni fertili, prosperava: gli orti pompeiani erano celebri per le verdure, per le viti, gli ulivi, il miele e la spelta, una varietà di grano duro che consentiva due raccolti l'anno.L'edificio di Eumachia sacerdotessa di Venere, sede della corporazione dei Fullones (lavandai, tintori e fabbricanti di panni), era destinato alla vendita all'asta della lana, dei vestiti e di altri articoli di abbigliamento. L'indirizzo commerciale dell'economia pompeiana si accentuò dopo il terremoto del 62 d.C. Lungo la via dell'Abbondanza, uno dei decumani che attraversava la città da est ad ovest, si susseguivano i thermopolia come quello di Asellina, per la mescita di bevande calde e fredde, le caupone osterie e trattorie, le tintorie o fulloniche come quella di Stofano dove l'impluvium, per la raccolta delle acque, era stato trasformato in una vasca per lavare i panni che venivano poi pigiati con i piedi dagli operai e sbiancati con l'orina. Perfino una grandiosa villa come quella di Giulia Felice era in parte destinata ad osterie e botteghe.Accanto alle panetterie, dove le macine di pietra coniche per produrre farina e pane venivano azionate da muli o schiavi, alle rivendite di garum la prelibata salsa di pesce essiccato fatta con tonni murene e sgombri, erano disseminate per tutta la città le botteghe degli artigiani del ferro, della ceramica, e degli orafi. Ogni pompeiano, a seconda delle sue possibilità, cercava di ritagliarsi un po' di spazio per l'ozio. Nei luoghi più frequentati della città sorgevano le terme: quelle del Foro, le Centrali e le Stabiane, importantissime nella vita quotidiana della città.Questi edifici, divisi in sezioni maschili e femminili, comprendevano il calidarium (bagno caldo), il tepidarium (bagno tiepido), e il firigidarium (bagno freddo) e, nelle sale a volta ricche di stucchi, si procedeva ai massaggi e ai trattamenti estetici. La cura del corpo era completata nelle palestre dove si esercitavano le attività sportive come, ad esempio, nel grandioso edificio di epoca imperiale della Grande Palestra: grossi calchi di radici testimoniano l'esistenza dei platani che ombreggiavano tutta l'area.Gli spettacoli teatrali costituivano un appuntamento irrinunciabile. Nel Teatro grande (200-150 a.C.), con una capienza di 5000 spettatori, di cui rimangono poche gradinate della cavea e la scena con nicchie ed edicole, si rappresentavano spettacoli classici, commedie o tragedie; mentre nel Teatro piccolo, aperto, costruito dopo 1'80 a.C., la cui gradinata e' integralmente conservata e ospitava 1000 spettatori, avevano luogo le audizioni musicali e gli spettacoli di mimi. Nel grandioso Anfiteatro di forma ellittica, sempre dell'80 a.C., con una capienza di 12000 persone, si svolgevano i seguitissimi giochi tra i gladiatori.Ma e' nelle abitazioni private che i pompeiani concentrarono il loro gusto per l'architettura, i giardini, gli affreschi. Dalla tipologia più semplice di epoca italica (IV e III sec. a.C.), con l'atrio, il tetto con il compluvium per radunare le acque nella vasca sottostante l'impluvium, le cubicola o stanze d'alloggio e il tablinium, luogo di riunione della famiglia in fondo all'atrio, e alle spalle l'hartus, si passa nel corso degli anni, ad edifici piu' complessi in cui si moltiplicano gli atri, i peristili e i giardini e si inseriscono le decorazioni pittoriche dalle tinte calde e brillanti, come il famoso rosso pompeiano, con soggetti mitologici, eroici, religiosi, erotici o fantastici.Mirabili esempi sono rappresentati dagli affreschi della Casa dei Vettii, tra cui spiccano gli Amorini che documentano le varie attività artigianali; dalla splendida Venere in conchiglia della Casa di Venere o dal misterioso ciclo di affreschi della Villa dei Misteri, dedicato al culto di Dionisio, di 3 m. x 17, che costituisce una delle piu' grandiose raffigurazioni pittoriche dell'antichità. E poi che dire dell'arte della scultura in bronzo che ha un suo celebre esempio nel Fauno danzante dell'omonima Casa, dell'amore per il vasellame e dell'argenteria confermata dal ritrovamento di ben 115 pezzi d'argento nella Casa di Menandro.Nei giardini dove i pompeiani amavano pranzare sui triclini durante l'estate, abbondavano le fontane, come quelle in mosaici policromi della Casa della fontana grande e piccola, grazie anche alla possibilità di sfruttare l'acqua corrente, per merito delle condutture di piombo che rifornivano tutta la città e che causarono non pochi problemi di tossicità ai pompeiani.I mosaici completavano mirabilmente la decorazione delle case: dai più semplici in coccio pesto, ai tasselli in bianco nero con motivi geometrici come il Cave canem della Casa del poeta tragico, alle vere e proprie opere d'arte con la più vasta gamma di tinte, come la Battaglia di Isso rinvenuta nella Casa del Fauno e oggi al Museo Nazionale di Napoli, che ritrae Alessandro Magno contro Dario.

Salerno e dintorni

Salerno è tra le città più belle della Campania ed è situata in una posizione strategica proprio al vertice dell’omonimo golfo.Negli ultimi anni è molto cresciuta da un punto di vista turistico, attirando vacanzieri che già si recano nella regione per visitare le tantissime attrattive presenti.
La città ha una lunga storia che offre ai visitatori monumenti e luoghi molto affascinanti dal punto di vista della cultura.Il periodo più fiorente della città fu quello della dominazione Normanna, quando le fu attribuito il ruolo di Capitale del comparto meridionale.Oggi i motivi di attrazione turistica sono differenti, soprattutto la comodità nel raggiungere questa città grazie all’Alta Velocità che fa di Salerno la fermata più a Sud delle nuove linee ferroviarie veloci.Anche i trasporti via mare sono molto migliorati e molte navi da crociera si fermano nel porto cittadino permettendo ai turisti di fare un breve giro turistico.Ciò che attrae i turisti è la posizione, vicinissima all’affascinante Costiera Amalfitana ed a tutti i monumenti principali della regione, ma non solo: nell’ultimo periodo molto interessante e allettante è anche la manifestazione Luci d’Artista che si svolge qui ogni anno nel periodo natalizio.Un’incantevole momento di luci e colori che arricchiscono l’atmosfera delle festività in una città molto legata alla tradizione.Oltre a queste caratteristiche, però, Salerno offre diversi luoghi storici, monumenti, chiese, cultura e abitudini particolari, che non possono essere tralasciate.  Il centro storico della città è descritto come un esempio illustre  di urbanistica medievale dove, tra i monumenti, spicca il Duomo.Venne fondato da Roberto il Guiscardo per scelta del Vescovo Alfano I, diedero inizio ai lavori nel 1080. Poi consacrato da Papa Gregorio VII e ufficialmente inaugurato nel marzo del 1084. La struttura che si vede oggi è quella derivante dal terremoto del 1688, che portò a ristrutturare e ricostruire il Duomo.Sul lato meridionale dell’edificio si trova il campanile, che risale al XII secolo, di evidente ispirazione araba.La pianta della cattedrale è articolata: un corpo centrale a tre navate con uno orizzontale. La novità dell’edificio sta nella forma della cripta: si apre ad aula e lo spazio è scandito da colonne.Qui si trovano le spoglie di San Matteo. Per tale motivo è conosciuto anche come Chiesa di San Matteo.Duomo di SalernoTutto il Duomo presenta delle raffigurazioni scultorie di animali, a partire dall’ingresso, che si raggiunge dopo una lunga scalinata settecentesca, dove vi sono un leone e una leonessa che allatta ilsuo cucciolo, simbolo della potenza e della carità della Chiesa.L’architrave presenta una scimmia e un leone agli estremi: simbolo di eresia e verità della chiesa.Se si vuole avere una bella vista della città e del relativo Golfo, bisogna andare al Castello di Arechi.Si tratta di un castello medievale situato a 300 metri sul livello del mare. Per tradizione la fortezza è associata al duca longobardo Arechi II.Opera di artigiani goto-bizantini risalente al VI secolo, assume una rilevante importanza militare nel XVIII secolo quando il principe Arechi II lo rende il sistema di difesa della città.Nel 774 il principe ne fece la residenza della corte del Ducato di Benevento e divenne il vertice di difesa di un sistema a triangolo che cingeva tutta l’antica città di Salerno.  Oggi il castello è una location affascinante per celebrare matrimoni eleganti, ricevimenti o congressi. AL centro del castello è presente un piccolo museo con ceramiche e monete. Molto particolare è anche l’Acquedotto medievale, che forniva acqua al convento di San Benedetto. La caratteristica che lo rende noto è l’utilizzo dell’arco ogivale, una vera innovazione ai tempi della sua costruzione nel IX secolo.L’arco gli valse il soprannome di ponte del diavolo; oggi, invece, si ammirano le sue arcate medievali che contrastano con la città moderna e innovativa che si è costruita tutto attorno, inglobando la storia dell’acquedotto.La via più famosa e caratteristica della città è la Via dei Mercanti che si sviluppa dall’arco di Arechi  in parallelo alla costa.Oggi questo luogo è il cuore dello shopping, corredato da chiese e palazzi antichi. Nel cuore del centro storico vi è, inoltre, il museo archeologico provinciale, mentre proprio lungo Via dei Mercanti vi è il museo didattico della Scuola Medica Salernitana.La città di Salerno, infatti, lega la sua reputazione all’importante scuola medica salernitana, prima istituzione medica a livello europeo con alle spalle una storia millenaria. Salerno è senza dubbio una città balneare, uno dei motivi per cui molti turisti decidono di trascorrere qui le loro vacanze.Il Lungomare Trieste è una passeggiata di 2 chilometri che collega il porticciolo turistico Masuccio con il porto commerciale, a fianco della spiaggia di Santa Teresa. Una passeggiata gradevole, molto utilizzata dagli abitanti e soprattutto dai turisti, per muoversi lungo la città.Stazione Marittima di Salerno.Di particolare interesse per i turisti è senz’altro la Stazione Marittima di Salerno, situata  sul molo Manfredi del porto commerciale, inserito tra i progetti architettonici di alta qualità nel 2013.La stazione fu commissionata nel 2000 dal sindaco Vincenzo de Luca per dare seguito alla crescente domanda per lo sbarco crocieristico di varie aziende; così venne concesso all’architetto Zaha Hadid il compito di realizzare una stazione marittima moderna e funzionale. Oggi è approdo ideale per i turisti grazie alla sua posizione strategica tra la Costiera Amalfitana, la Costa Cilentana e le isole di Capri e Ischia.

Le Luminarie o Luci D'Artista

Una spettacolare esposizione tra le strade, le piazze e gli angoli di Salerno dove la fantasia prende corpo tramite la luce lasciando tutti con il fiato sospeso. Giardini incantati, le fiabe più amate, le costellazioni planetarie ed i fenomeni celesti, le suggestioni d'Oriente, le evoluzioni circensi, le vele ed il mare. Luci d'Artista esalta la creatività e l'immaginazione trasportando i visitatori in un universo incantevole. Luci d'Artista è uno spettacolo di luci, una grande festa, una bella occasione per stare insieme tra familiari ed amici, un segno di speranza ed allegria che rasserena l'anima ed aiuta a guardare con più fiducia al futuro. Luci d'Artista aiuta inoltre a scoprire, o riscoprire, il grande patrimonio storico, ambientale, enogastronomico ed artigianale di Salerno, città della Scuola Medica Salernitana che nei mesi della manifestazione diventa una delle mete più attraenti d'Europa. 

 

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