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ROMA - Musei Vaticani, Cappelli Sistina, Basilica di S.Pietro, Altare della Patria, Basilica di S.Paolo fuori le Mura

Lazio - Roma (RM)

Musei Vaticani

Nei locali dei Musei Vaticani, sono disposte le opere di pittura e scultura, come pure molte altre opere dell’ingegno umano, raccolte nei secoli dai Sommi Pontefici. I Musei comprendono, inoltre, insigni monumenti artistici, come la Cappella Sistina, la Cappella del Beato Angelico, le Stanze e la Loggia di Raffaello e l’Appartamento Borgia. La Pinacoteca è situata in una costruzione eretta nel 1932 su progetto dell’architetto Feltrami, collegata al Palazzo dei Musei Vaticani (all’ingresso dei Quattro Cancelli) per mezzo di un elegante porticato.In un moderno edificio, che si inserisce nel complesso mussale, sono state collocate raccolte di oggetti archeologici d’arte e di carattere etnologico, che costituiscono i Musei Cristiano, Profano e Missionario-Etnologico, un tempo ospitati nel Palazzo Lateranense.Nel 1973 fu aggiunta ai Musei la Collezione d’Arte Religiosa Moderna. Nel Museo Storico, che ha sede nel Palazzo del Laterano, sono raccolti, tra l’altro, cimeli dei Corpi Militari Pontifici.

La Cappella Sistina

La Cappella Sistina deve il nome al suo committente, il papa Sisto IV della Rovere (1471-1484), che volle edificare un nuovo grande ambiente sul luogo dove già sorgeva la "Cappella Magna", aula fortificata di età medioevale, destinata ad accogliere le riunioni della corte papale. Quest’ultima al tempo contava circa 200 membri ed era composta di un collegio di 20 cardinali, di rappresentanti degli ordini religiosi e delle grandi famiglie, del complesso dei cantori, di un gran numero di laici e di servi. La costruzione Sistina doveva rispondere inoltre ad esigenze difensive nei confronti di due pericoli incombenti: la Signoria di Firenze, retta dalla famiglia dei Medici, con i quali il papa era in continua tensione, e i turchi di Maometto II, che proprio in quegli anni minacciavano le coste orientali dell’Italia. La sua realizzazione ebbe inizio nel 1475, anno del Giubileo indetto da Sisto IV, e si concluse nel 1483 quando, il 15 agosto, la Cappella, dedicata alla Vergine Assunta, venne inaugurata con solennità dal papa. Il progetto dell’architetto Baccio Pontelli riutilizzava fino ad un terzo dell’altezza le murature medioevali.Secondo alcuni studiosi, le dimensioni dell’aula (40,23 metri di lunghezza, 13,40 metri di larghezza e 20,70 metri di altezza) ricalcherebbero le misure del grande tempio di Salomone a Gerusalemme, distrutto nel 70 d.C. dai Romani.L’ingresso principale della Cappella, che si trova sul lato opposto della piccola entrata che costituisce oggi l’accesso usuale, è preceduto dalla grandiosa Sala Regia, destinata alle udienze. Finestre centinate (arcuate superiormente) ne assicurano l’illuminazione e una copertura con volta a botte si raccorda alle pareti laterali con lunette e vele triangolari. La cantoria sul lato destro ospitava un tempo i componenti del coro, mentre il sedile in pietra posto su tre lati del salone, con esclusione di quello dell’altare, era destinato alla corte papale. La raffinata balaustra quattrocentesca sormontata da candelabri divide l’ambiente riservato al clero da quello destinato al pubblico: fu arretrata alla fine del Cinquecento per rendere il primo spazio più ampio. La splendida pavimentazione a mosaico, rimasta ancor oggi intatta, risale al 1400 e fu realizzata su modelli medioevali. Ultimata nel 1481 la struttura architettonica, il papa Sisto IV chiamò a lavorare nella Cappella famosi pittori fiorentini, come Botticelli, Ghirlandaio, Cosimo Rosselli e Signorelli, nonché umbri, quali Perugino e Pinturicchio.Essi decorarono le pareti laterali, divise in tre fasce orizzontali e scandite verticalmente da eleganti lesene. Nella parte inferiore furono realizzati ad affresco finti drappi damascati con le insegne del pontefice; sopra di essi venivano appesi arazzi (alcuni, eseguiti da Raffaello e suoi aiuti nel secondo decennio del Cinquecento, si trovano oggi nella sala a lui dedicata della Pinacoteca Vaticana); nella fascia mediana, la più importante, furono dipinte scene di Storie bibliche con episodi della vita di Mosè e di Cristo, entrambi concepiti quali liberatori dell’umanità; in quella superiore, all’altezza delle finestre, furono fatti realizzare da Sisto IV, i ritratti dei primi pontefici, inseriti entro nicchie monocrome, per dimostrare la continuità del suo mandato con i suoi predecessori.Il soffitto della Cappella, come mostra un famoso disegno del Cinquecento oggi agli Uffizi, era stato infine decorato fino alle lunette con stelle dorate su fondo azzurro ad opera del pittore Pier Matteo d’Amelia.Toccò quindi al nipote di Sisto IV, l’intraprendente Giuliano della Rovere, divenuto papa con il nome di Giulio II (1503-1513), far completare le decorazioni pittoriche all’interno della Cappella. Egli nell’ambito di grandioso rinnovamento della città, chiamò a Roma Michelangelo Buonarroti (1475-1564), artista già famoso a Firenze e al quale aveva in precedenza affidato altri incarichi, che accettò, non senza iniziali polemiche, di decorare "a fresco" la volta. L’opera venne compiuta in quattro anni di duro lavoro (dal 1508 al 1512) ed ha come tema la storia dell’umanità nel periodo che precede la venuta di Cristo.La pittura della parete con il "Giudizio Universale" fu eseguita invece dallo stesso artista più tardi: dal 1536 al 1541, su commissione del papa Paolo III Farnese (1534-1549), il quale aveva a sua volta confermato l’incarico del precedente papa Clemente VII (1523-1534). Il tema rappresentato questa volta è il Fato ineluttabile che incombe su tutti gli uomini, del cui destino Dio è arbitro assoluto.

Basilica di San Pietro

Durante la grande persecuzione contro i cristiani di Nerone del 64 d.C., che ebbe come scenario il circo di Caligola, subì il martirio anche San Pietro, crocifisso e deposto, come si legge nel Liber Pontificalis (I,118): via Aurelia […] iuxta palatium Neronianum, in Vaticanum (in Vaticano, sulla via Aurelia di fronte al palazzo di Nerone). Fra le testimonianze che identificano il luogo del martirio, un passo di Eusebio da Cesarea (IV secolo) cita una lettera scritta da Gaio a Proclo in cui il presbitero invita l’amico a venire a Roma : "al Vaticano e sulla via Ostiense, tu troverai i trofei di coloro che fondarono questa Chiesa". Proprio per l’importanza di questa testimonianza, l’edicola del II secolo, rinvenuta durante gli scavi nella Necropoli vaticana a protezione della sepoltura di San Pietro, è stata chiamata "Trofeo di Gaio". In seguito al proclama da parte dell’imperatore Costantino dell’Editto di Milano (313 d.C.), i cristiani ebbero la facoltà di costruire i loro edifici di culto: fu proprio Costantino che diede avvio nel 324 alla costruzione della Basilica che doveva inglobare il "Trofeo di Gaio" e fare della tomba di Pietro il fulcro della struttura. Consacrata nel 329, la grande Basilica si presentava come un edificio a pianta longitudinale a cinque navate e transetto. All’esterno una scalinata conduceva al quadriportico antistante la Basilica, noto anche come Paradiso, al cui centro si trovava una fontana per le abluzioni dei catecumeni identificata con la grande pigna di bronzo, ricordata anche da Dante nella Divina Commedia ("la faccia sua mi parea lunga e grossa / come la pina di San Pietro a Roma" Inf. XXXI 58-60) e oggi collocata nell’omonimo Cortile dei Musei Vaticani.Fu in questa Basilica che, nella notte di Natale dell’anno 800, Carlo Magno, re dei Franchi, fu incoronato imperatore del Sacro Romano Impero; era in questa Basilica che fino agli inizi del 1300 affluivano masse di pellegrini provenienti a piedi da tutta l’Europa per venerare la tomba del "Principe degli Apostoli".Con l’abbandono di Roma durante lo scisma avignonese (1309-1377), la basilica, che già aveva più di mille anni, cominciò ad avere sempre maggiori problemi statici e di conservazione. Non ci sono molte notizie sull’argomento, ma si è certi che il papa Niccolò V a metà del 1400 aveva fatto redigere all’architetto Bernardo Rossellino un progetto che prevedeva un nuovo coro, al di fuori dell’abside costa

Altare della Patria

Passeggiando per via dei Fori Imperiali, oltrepassati i mercati di Traiano e la sua colonna, un monumento, forse uno dei simboli che rappresentano maggiormente l’Italia nel mondo, si staglia davanti ai nostri occhi: il Monumento Nazionale a Vittorio Emanuele II, meglio conosciuto con il nome di Vittoriano o Altare della Patria.Inizialmente concepito come monumento alla dinastia dei Savoia, successivamente divenne luogo per la sepoltura del Milite Ignoto, il corpo di un militare italiano morto durante la Grande Guerra, che rappresenta tutti i caduti e i dispersi nelle varie battaglie. Il progetto che vinse il concorso bandito nel 1882 fu quello di Giuseppe Sacconi, che si ispirò ai maestosi santuari ellenistici, come l’Altare di Pergamo ( oggi interamente conservato al Pergamon Museum di Berlino); una sorta di “foro moderno” che avrebbe accolto i cittadini, simbolo dell’Italia unita e che avrebbe affiancato i monumenti circostanti della Roma repubblicana ed imperiale.Non solo: l’intento del Sacconi era anche quello di rappresentare, allegoricamente e geograficamente, tutta l’Italia, attraverso personificazioni di virtù, città, regioni e mari. L’unica raffigurazione non simbolica è la statua di Vittorio Emanuele II a cavallo, che si erge proprio al centro della struttura. Il progetto originale si basava su una struttura in travertino, per cercare di “imitare” i grandiosi edifici romani, successivamente però fu impiegato il marmo botticino, un materiale molto più malleabile del travertino.La prima pietra fu posta ufficialemente nel 1885, durante il regno di Umberto I, che nel 1900 verrà assassinato dall’anarchico Gaetano Bresci, durante una visita ufficiale a Monza. Per procedere alla costruzione furono abbattuti l’originaria area medievale che comprendeva la Torre di Paolo III, l’arco di San Marco e i tre chiostri del convento dell’Ara Coeli: queste demolizioni provocheranno negli anni successivi un’aspra critica da parte degli storici e dei critici d’arte che vedranno nell’edificio un anacronistico tentativo di riportare a Roma la classicità imperiale, soprannominando il monumento “torta nuziale” o “macchina per scrivere”.Il complesso statuario delle regioni, situato sopra il sommoportico, trae ispirazione dalle allegorie delle provincie che venivano poste sui monumenti celebrativi dell’antica Roma. All’epoca della costruzione vi erano soltanto 16 regioni, ognuna venne affidata ad uno scultore diverso: alte 5 metri, hanno dei simboli, degli oggetti scolpiti che ricordano la regione che rappresentano. Lo stesso vale per le rappresentazioni scultoree delle città, rappresentate anch’esse col loro stemma e la loro simbologia, tutte realizzate da Eugenio Maccagnani.Negli ultimi anni al suo interno vengono allestite mostre di grandissimo successo, che portano migliaia di visitatori ogni anno in questo simbolo dell’Italia Unita che, pur essendo stato costruito durante la monarchia sabauda, rimane ancora oggi uno dei più importanti simboli patrii della nostra Repubblica.

Basilica di San Paolo Fuori le Mura

La basilica di S.Paolo fuori le mura (nella foto sopra) è situata sulla via Ostiense, a circa 2 Km dalla porta S.Paolo, sul luogo dove la tradizione vuole che Timoteo, discepolo del Santo, abbia sepolto in un'area sepolcrale denominata "praedio Lucinae" le spoglie del maestro decapitato in una località lì prossima denominata "ad Aquas Salvias" (l'odierna Abbazia delle Tre Fontane). A conferma di ciò, in prossimità della basilica, tra la fine dell'Ottocento ed i primi del Novecento fu rinvenuta una necropoli le cui sepolture dimostrano una continuità d'uso dal II secolo a.C. fino al IV secolo d.C. I più antichi edifici funerari sono in prevalenza colombari, a pianta quadrangolare, nelle cui pareti interne sono ricavate piccole nicchie, in file di più piani, per la deposizione delle urne cinerarie, alle quali si affiancarono, progressivamente, le fosse per le inumazioni

 
Voto medio:
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da , alle 16:25
i miei complimenti vanno alla nostra guida, prof Carmelo Vinciguerra, che ci ha deliziato col suo sapere da grande storico dell'arte..Persona colta, perbene,instancabile, disponibilissima, che ci ha omaggiato di ogni sorta di risposta . Mi auguro di reincontrarlo in un prossimo viaggio


da , alle 18:31
Il viaggio è stato ben organizzato. L' accompagnatrice molto attenta e precisa nei vari spostamenti.Ottima anche la guida che ci ha spiegato tutto nei minimi dettagli, suscitando in noi tanto interesse.


da , alle 10:34
Ottimo la guida preparatissima,


da , alle 08:07
Buongiorno tutto bene il viaggio la guida eccellente l'unica pecca in questo viaggio è stato il pranzo cosa che è stata lamentata un po da tutti i partecipanti ,vi consiglio vivamente per la prossima di cambiare ristorante buon giirnata

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