Proseguendo sempre a piedi e col rischio, sempre concreto, di perdersi, si raggiunge la famosa Chiesa di San Salvatore in Chora, oggi conosciuta come Kariye Müzesi. I suoi magnifici mosaici e i suoi affreschi, non hanno niente da invidiare a quelli di Aya Sofia, anzi sono oggettivamente molto più belli. Si tratta senza dubbio di uno dei più importanti monumenti storici di Istanbul, straordinario esempio della perfezione stilistica bizantina.
La visita di Fatih, Fener e Balat, è una visita impegnativa, ma regala delle emozioni uniche, anche a chi come noi è abituato ormai a frequentare questi luoghi. Ripetiamo che visitare questi quartieri da soli non è facile, spesso i nomi delle vie sulle cartine sono errati o non vengono segnati, si rischia di girare invano e perdere un sacco di tempo, la percentuale di persone che conoscono l’inglese in queste zone è prossima allo zero e quindi risulta impossibile chiedere informazioni, ci tocca ammettere che le prime volte ci perdevamo anche noi pur potendo chiedere informazioni in turco!
Ankara, cosmopolita capitale della Turchia, si trova nella regione centrale del Paese, l'Anatolia. È un centro di arti performative, sede dell'Opera e del Balletto Statale, dell'Orchestra Sinfonica Presidenziale e di altre numerose compagnie teatrali nazionali. In posizione dominante sulla città, sulla cima di una collina sorge l'Anitkabir, l'enorme mausoleo di Kemal Atatürk, primo presidente della Turchia moderna, che nel 1923 nominò Ankara capitale del Paese.
Il famoso Museo delle Civiltà Anatoliche espone reperti archeologici dal Paleolitico fino all'epoca classica. Sebbene sia una città moderna, Ankara conserva numerosi monumenti del suo antico passato, come il tempio romano di Augusto e Roma, che si trova nel quartiere centrale di Ulus ed è famoso per l'iscrizione Monumentum Ancyranum, o come la moschea del XV secolo Hacı Bayram Camii. Poco distante sorge l'antico castello di Ankara, all'interno delle cui mura si trova un villaggio di epoca ottomana con strade acciottolate. La città è anche conosciuta per la lana di angora e per gli antichi negozi allineati lungo la Çıkrıkçılar Yokuşu (la via dei tessitori), dove si trovano oggetti di antiquariato e d'artigianato, e altri prodotti locali.
Cappadocia
La Cappadocia si trova nel cuore della Turchia ed è compresa nella zona delimitata ad est da Kayseri, a ovest da Aksaray, a nord da Hacibektaş e a sud da Niğde. Un tempo era il cuore dell'impero Ittita, poi divenne un regno indipendente ed, infine, una provincia romana. E' oggi una delle mete più rinomate del Paese, grazie ai suoi paesaggi surreali e quasi lunari, ai siti storici, alle meraviglie geologiche, ai suoi villaggi pittoreschi e città ricche di tradizioni. Rispetto alla costa meridionale e a quella orientale, le sistemazioni sono più eleganti; troverete anche pittoresche pensioni scavate nella roccia, boutique hotel e ottimi ristoranti. Resterete senza fiato davanti alle forme suggestive scavate nel tufo friabile vulcanico dall'acqua e dall'erosione naturale: enormi camini (i famosi Camini delle Fate) e funghi di pietra, vallate profonde e dolci ondulazioni, con grotte-dimore disseminate qua e là. La luce riflessa su queste forme, poi, crea effetti spettacolari, con sfumature dal bianco abbagliante al senape, fino al rosso mattone, con la cima innevata del monte Argeo sullo sfondo. La meta più magica della Cappadocia è Göreme e il suo Museo all'Aperto. Il paese stesso è un'attrattiva, dal momento che sorge tra pinnacoli e coni di tufo vulcanico e dirupi a nido d'ape, circondati da vigneti; interessanti sono anche le vecchie case che si snodano tra labirintiche vie acciottolate, nella
parte sud-occidentale del villaggio. Il museo all'aperto di Göreme, in posizione elevata a circa 1 km dal paese, è una meta assolutamente imperdibile, dichiarata Patrimonio dell'Umanità. Vi troverete numerose chiese, cappelle e monasteri scavati nella roccia: per citarne solo alcune, la Chiesa della Mela (Elmali Kilise), la Chiesa dei Serpenti o Chiesa di Sant'Onofrio), la straordinaria Chiesa Buia (Karanlik Kilise), la Chiesa dei Sandali (Çarikli Kilise), la Chiesa della Fibbia (Tokali Kilise), la Chiesa del Malocchio (El Nazar Kilize) e la Chiesa Nascosta (Sakli Kilise).
Non lontano da Göreme, Ürgüp e Uçhisar sono paesi ancora autentici e con eleganti strutture ricettive per i turisti. Più ad est, a Kayseri potrete visitare numerosi monumenti selgiuchidi (moschee, tombe, palazzi di regine e principesse, musei...). Altri luoghi spettacolari e misteriosi sono le città sotterranee della Cappadocia, risalenti a circa 4000 anni fa, coi loro cunicoli che si snodano in ogni direzione, buchi e finestre tra i diversi ambienti, cucine, stalle, pozzi... Le più note sono le città sotterranee di Kaymakli e di Derinkuyu. La prima consiste in un dedalo di gallerie e ambienti scavati nella roccia su otto livelli. La seconda è caratterizzata da ambienti più spaziosi ed è distribuita su sette piani. Per rendervi conto della profondità, una volta arrivati in fondo guardate in alto, nei pozzi di ventilazione: sono luoghi decisamente sconsigliati
a chi soffre di claustrofobia. Altre città sotterranee secondarie sono quelle di Özlüce; infine Güzelyurt e Özkonak, vicino ad Avanos. Continuando il vostro viaggio, merita senz'altro una visita anche la tortuosa Valle di Ihlara, località incantevole e selvaggia un tempo luogo di ritiro dei monaci bizantini; a testimonianza di ciò, la valle è cosparsa di numerosissime antiche chiese rupestri. Le escursioni a piedi possono essere brevi, di circa mezza giornata (concentrata nella zona delle chiese principali), oppure di una intera giornata. Il consiglio è di fare l'escursione completa, esperienza che rimarrà nei vostri ricordi come una delle migliori della vacanza, sia per le rovine visitate che per l'incontaminata natura in cui vi immergerete. Nella strada per la Valle di Ihlara, merita una visita anche il paesino di Güzelyurt, caratterizzato da case in pietra, chiese e dimore rupestri, città sotterranee e una moschea scavata nella roccia. Attraverserete anche la Valle dei Monasteri, una sorta di Ilhara in miniatura, e giungerete alla Città Antica. La cima innevata del Monte Hasan sullo sfondo renderà il paesaggio ancora più suggestivo.
Infine, visitate il Parco Nazionale dell'Ala Dağlar, con le sue cascate e gli spettacolari Sette laghi (Yedigöller), che tutela il tratto centrale dei monti del Tauro. Gli appassionati di trekking troveranno pane per i loro denti; meglio però farvi accompagnare da guide locali, a costi molto onesti.
Konya
Konya e' la provincia piu' estesa della Turchia ed e' situata in Anatolia centrale. L'antico nome della cita' era Iconium, che deriva da un icona. La leggenda dice che Perseo, un semidio della mitologia greca, uccide un drago che stava devastando la citta'. La gente eregge un monumento speciale al suo onore, un obelisco di pietra con un'icona di Perseo. Questo evento aveva dato alla citta' il suo nome; Iconium. Oggi Konya si trova sull'altopiano centrale dell'Anatolia con una popolazione di oltre 2,2 milioni di abitanti. La sua area e' piu' di 38 mila chilometri quadrati cosi diventa la piu' grande provincia della Turchia in termini della superficie. L'archeologia indica che la regione e' uno degli stabilimenti piu' antichi dell'Anatolia. I risultati degli scavi di Çatalhöyük, Karahöyük, Çukurkent e Küçükköy ci dimostrano che la regione era stata abitata fin dal periodo neolitico (Eta' di pietra) attorno al 7.000 a.C. Ci furono anche degli stabilimenti nel periodo calcolitico (Eta' del rame) e poi nell'Eta' del bronzo come gli Ittiti, Frigi, Lidi, Persiani, Romani, ed infine Bizantini. Dopo il periodo Bizantino vediamo l'arrivo dei Musulmani, prima con il califfo Muaviya, poi gli Arabi, Emevi e gli Abbasidi, e finalmente i Selgiuchidi nel 1071 e poi gli Ottomani nel 1466. Gli attacchi dei crociati da 1076 fino all fine del dodicesimo secolo non riuscirono a staccare la citta' dall'Islam, anche se Goffredo di Buglione (agosto del 1097) e Federico Barbarossa (18 maggio 1190) la occuparono per un breve tempo. Konya fu una citta' importante per i Cristiani, qui arrivarono San Paolo e San Barnaba durante un loro viaggio in Asia Minore, dove San Paolo aveva predicato. Ma facendo arrabbiare sia gli Ebrei che i Gentili, dovevano lasciare la citta' andando verso Derbe e poi a Lystra. Konya era il capitale dei Selgiuchidi fra 1071 e 1308. Soprattutto sotto il regno del sultano Alaaddin Keykubad nel 1220 la citta' ebbe il suo apice, anche se poi dovesse cambiare mani fra i Turchi ed i Mongoli. La provincia si trovava anche sulla via delle carovane. Sotto il regno del sultano Mehmet II la citta' divenne di nuovo una citta' importante a causa della presenza della setta dei Dervisci fondata da Mevlana nel 13o secolo. Nel periodo del sultano Solimano, la citta' era stata chiamata come la provincia di Karaman, che oggi e' un'altra provincia della Turchia moderna. Attorno al 19° secolo Konya era in condizioni non molto buone, la citta' sembrava misera e trascurata, le attivita' commerciali erano lenti. Solo nel 20o secolo Konya si e' cominciato a svilupparsi con l'industrializzazzione e l'agricoltura. Oggi Konya e' una citta' che continua a sviluppare in Anatolia centrale. Oggi, il mausoleo di Mevlana Rumi, il poeta mistico del sufismo ed il fondatore dei Dervisci Danzanti, attrae tanti seguaci e visitatori a Konya. Il medresse di Karatay (una vecchia scuola teologica), la moschea di Alaaddin Keykubat e la moschea di Ince Minare (minareto snello) sono altri luoghi da visitare.
Pamukkale
Le sorgenti termali di Pamukkale, che tradotto dal turco significa "Castello di cotone", situato nella provincia di Denizli, nella Turchia sud-occidentale, sono lunghe circa 2.700 metri e grazie ad una altezza di 160 metri, posso essere scorte ed ammirate da una grande distanza. Ogni secondo, oltre 465 litri di acqua calda sgorgano copiosi dalle 17 sorgenti che possiedono temperature comprese tra i 35 ed i 100 °C. L'acqua contiene grandi quantità di idrogeno e di carbonato di calcio, che si fondono per formare bi-carbonato di calcio. Questo fenomeno naturale deposita così spessi strati di calcare bianco e travertino che sembrano cadere lungo i pendii montani, facendoli assomigliare ad un cascata congelata: uno degli spettacoli naturali più belli di tutta la Turchia, e forse del mondo intero.
Ovviamente le cascate di travertino sono l'attrazione fondamentale, ed anche l'occcasione di vedere uno spettacolo geologico piuttosto raro, emulato solo dalla Minerva Terrace di Mammoth Springs a Yellowstone, dal sito di Huanglong in Cina e dalle terrazze di travertino di Otukapuarangi in nuova Zelanda, quest'ultime sfortunatamente distrutte dall'eruzione del vulcano Mount Tarawera, nel 1886. Il carico di sali minerali presente nelle acque di Pamukkale è molto elevato, circa mezzo grammo di calcare ogni litro d'acqua. Conti alla mano le acque
possono depositare un velo di 1 mm di carbonato di calcio su di una superifice di oltre 13.000 metri quadrati. Si può inoltre affermare che il sito riceve turisti oramai da migliaia di anni, dato che queste sorgenti caldi erano ben conosciute nell'antichità al punto che la città greco-romana di Hierapolis era stata costruita proprio in cima al Castello di Cotone, e le sorgenti calde erano perfette per le terme della città romana. Le sorgenti di Pamukkale oggi offrono grandiosi spunti per delle straordinarie fotografie. Il contrasto dei colori chiari dei depositi calcarei e di gesso è magnifico con il turchese delle acque che formano bacini sovrapposti a più livelli, dove poter fare il bagno nelle calde acque fumanti. Per evitare di danneggiare le concrezioni è vietato utilizzare calzature quando si fa il bagno nelle vasche naturali.
Il sito archeologico di Hierapolis è 'a circa 20 km a nord di Denizli, e si trova a fianco di Pamukkale. La città fu fortemente daneggiato dal terremoto del 60 dC, durante il periodo dell'imperatore romano Nerone. Durante la ricostruzione dopo il terremoto, la città perse il sua stile ellenistico e divenne una tipica città romana. Anche il sito archeologico è patrimonio dell'umanità dell'UNESCO assieme alle sorgenti termali di Pamukkale, ed è molto suggestivo camminare tra le sue rovine. Da segnalare il grande Teatro, ben conservato, il Museo Archeologico e la scoperta recente di un grotta, infestata da vapori mefitici, che poteva essere stata un tempo una delle Porte d'accesso all'Ade. Il periodo migliore per vedere Pamukkale è la tarda primavera e l'estate, praticamente fino ad inizio ottobre. La città si trova all'interno dell'Anatolia occidentale, e quindi possiede un clima continentale. Le massime più elevate si raggiungono in luglio e agosto con valori compresi tra i 30-35 °C come massime, mentre le minime si mantengono mediamente intorno ai 15 gradi centigradi. In inverno la mattina è generalmente piuttosto freddo con valori che si posizionano sui zero gradi e non è raro vedere nevicare, e comunque piove con una certa frequenza. Nel caso siate in vacanza in Turchia nel periodo invernale è conveniente trovare alloggio sulla costa, ad esempio a Izmir, e venire a Pamukkale per il tempo strettamente necessario per la visita.
Efeso
icercata per suggestivi city break a Istanbul dal sapore mediorientale, amata per il suo mare blu in cui veleggiare pigramente lungo la costa o rilassarsi sulle sue incantevoli spiagge, la Turchia offre molto anche fuori stagione. Soprattutto per andare alla scoperta della sua storia secolare di cui, da est a ovest del Paese, si possono ammirare preziose testimonianze. Tra queste, Efeso, una delle più importanti città dell'antichità e, oggi, uno dei più noti siti archeologici del Mar Mediterraneo che attira, ogni anno, migliaia di turisti da tutto il mondo.
Situata lungo la costa, a circa 50 km da Smirne, l'arrivo a Efeso è un salto nel tempo. Di almeno duemila anni, quando era un ricco centro commerciale e capitale della provincia romana di Asia. Fino al IV secolo, quando iniziò il suo declino a causa della perdita d'importanza del porto a favore di centri dell'entroterra, e la popolazione l'abbandonò definitivamente intorno al VIII secolo. Fu solo verso la metà dell'Ottocento che, grazie alla costruzione della ferrovia da Istambul a Baghdad, vennero organizzate spedizioni di archeologi europei alla ricerca del Tempio di Artemide. Al tempo, infatti, Efeso dovette la sua fama, oltre che alla ricchezza, anche alla presenza di questo tempio spettacolare, considerato una delle Sette meraviglie del mondo antico. Della sua grandiosità oggi non rimangono che poche rovine a seguito di un incendio doloso che lo distrusse nel 356 a.C. Molto è invece rimasto dell'impianto della città che, protetta da una cinta muraria lunga 8 km e alta 6 metri, si allungava dal porto verso l'interno. Dall'ingresso al sito, si procede lungo la Via dei Curati, una strada ampia lastricata di marmo, che conduce ai principali edifici di Efeso. Ai lati della via si trovano i resti degli antichi portici con colonne e raffinati pavimenti a mosaico, dove gli abitanti si riparavano dal sole o dalla pioggia, il Tempio di Adriano, esempio di architettura romana riccamente decorato e una lastra di marmo su cui è scolpita a bassorilievo l'effigie ben conservata di Nike, personaggio della mitologia greca e simbolo della vittoria. La Via dei Curati procede in discesa, verso l'Agorà commerciale, cuore dell'antica Efeso. E già da lontano compare la splendida Biblioteca di Celso, dedicato a Tiberio Giulio Celso, illustre personaggio dell'età traianea che qui fu seppellito. La facciata è finemente decorata con diversi tipi di marmi e da quattro nicchie in cui si trovano le statue celebranti virtù di Celso: saggezza, virtù, benevolenza e sapienza.
Superata l'agorà, passando sotto un arco, si arriva al Teatro di Efeso. Progettato secondo i canoni ellenistici, a forma semicircolare, ha subìto interventi successivi per aumentare la platea e poteva accogliere fino a 24mila spettatori. Il percorso dell'antica città di Efeso si conclude con la Chiesa di San Giovanni che fanno di questo sito archeologico anche meta di pellegrinaggio cristiano. Secondo alcune fonti, infatti, l'apostolo Giovanni avrebbe vissuto ad Efeso parte della sua vita e fu poi qui seppellito.
Izmir
Smirne è una città turistica che vanta un buon sistema di accoglienza. Grazie anche al clima mite tutto l'anno ed ai numerosi luoghi d'arte ricchi di storia, è visitata da molti turisti. La città è anche un grande ed efficiente porto situato sull'omonimo golfo, nel mar Egeo. Il centro storico della città è costituito da piazza Konak e i suoi dintorni. Inoltre è anche tra le località che si contendono l'onore di essere il luogo natio del leggendario poeta Omero. Il nome "Smirne" (Smyrna) significa "mirra" in greco antico, pertanto si riferisce alla presenza di tale arbusto nella zona dove la città è stata fondata. Izmir è il nome turco, ufficializzato solo nel 1930 e negli ultimi decenni diffuso anche all'estero. In greco come anche in italiano e in altre lingue (prevalentemente latine) il nome Smirne è rimasto consolidato nel lessico al posto del più recente nome turco. Smirne è più progredita rispetto alla media della Turchia in termini di libertà, qualità della vita e parità fra i sessi.Il primo insediamento umano a Smirne può risalire al III millennio a.C. Si pensa che il suo sviluppo sia coinciso con quello di Troia. Intorno al 1500 a.C. essa venne occupata dagli Ittiti. Nel VIII secolo a.C., passata sotto il controllo di Mileto, ma la sua prosperità attirò l'interesse dei Persiani, i quali la occuparono, causandone così la decadenza e la distruzione. Rifondata da Alessandro Magno nel 333 a.C., essa divenne romana nel 133 a.C. e, in seguito, subì un terremoto disastroso che la devastò nel 178, cosicché l'imperatore Marco Aurelio ordinò di ricostruirla. Sotto l'Impero bizantino il suo sviluppo si fermò, soprattutto a causa della crescita d'importanza della vicina Efeso. Ma nel 1076 essa fu occupata dai Turchi Selgiuchidi e decadde, non riuscendo a rifiorire neanche dopo la riconquista comnena avvenuta nel 1098. Fu ceduta ai Genovesi nel 1261 e nacque allora una piccola colonia genovese. Successivamente fu ceduta da questi ai cavalieri ospitalieri (1320-1402) ed infine conquistata dai turchi ottomani, che la possedettero per più di cinque secoli. L'impero ottomano, uscito sconfitto dalla prima guerra mondiale, cedette Smirne alla Grecia col trattato di Sèvres (1920). Dopo l'invasione greca dell'Asia minore e la sconfitta greca a Dumlupınar, la città fu riconquistata dall'esercito turco repubblicano comandato da Mustafa Kemal (1922) e devastata da un catastrofico incendio che distrusse gran parte della città vecchia; durante l'incendio, tra devastazioni e saccheggi, le popolazioni cristiane, principalmente quelle greca e armena, in parte massacrate, si imbarcavano sulle navi dell'Intesa alla fonda nel porto, trovando poi rifugio in Grecia.
da FILIBERTO Z. - 03/07/2024, alle 22:06
da Lucia F. - 02/07/2024, alle 23:21
da Ernesto Salvatore M. - 02/07/2024, alle 10:46
da CARMINE R. - 02/08/2023, alle 09:38
da MARIA GIUSEPPINA S. - 10/07/2023, alle 19:02
Semplicemente tutto meraviglioso. Ma non è una sorpresa, già fatto altri viaggi con voi e apprezzato rapporto qualità/ prezzo e professionalità.
Pina Stavolone
da Anna Maria C. - 09/07/2023, alle 14:37
da ROSSANA P. - 09/07/2023, alle 09:45
da michele f. - 09/07/2023, alle 09:43
da Angelo Stefano A. - 09/07/2023, alle 09:20
Consiglierei di includere un po’ di costa del Mediterraneo.
da Carmine I. - 09/07/2023, alle 08:22
da Maurizia S. - 09/07/2023, alle 07:33
da ANNA MARIA B. - 27/09/2019, alle 18:07
da ANTONIETTA T. - 09/07/2019, alle 18:00
da Assunta F. - 09/07/2019, alle 17:32