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GOLFO DI NAPOLI E LUMINARIE DI SALERNO - Partenza da Milano

DLT Club

Campania - Salerno (SA)

Napoli

Napoli è una delle più grandi ed incantevoli città d’arte del Mediterraneo. Capoluogo della regione Campania è, per grandezza, il terzo comune italiano dopo Roma e Milano. La città domina l’omonimo golfo, che si estende dalla penisola sorrentina all’area vulcanica dei Campi Flegrei ed offre una vista molto suggestiva, con l’imponente vulcano Vesuvio e, in lontananza, tre magnifiche isole - Capri, Ischia e Procida - che sembrano piccoli gioielli sorti dal mare. Oltre ai suoi splendidi paesaggi, Napoli deve la sua meritata fama anche al fascino di un centro storico che racconta 2500 anni di storia ed è stato inserito nel 1995 nel World Heritage List dell’UNESCO.Napoli è una città dove le stratificazioni storiche e archeologiche creano itinerari di visita del tutto peculiari e incantevoli. Poco sopravvive di “Partenope”: la città greca delle origini è rintracciabile, ad esempio, nelle mura greche che passano per via Mezzocannone. Le rovine romane sono, invece, più numerose: tra le tante è situata in pieno centro l’area archeologica di San Lorenzo Maggiore, che ospita parte dell’agorà greca del V sec. a.C. e molti reperti romani di un'epoca in cui la città era già una ‘metropoli’.La vita quotidiana e artistica di Napoli si snoda per le sue vie e i suoi quartieri brulicanti di vita e di monumenti, dalla Sanità e dai quartieri spagnoli realizzati nel ‘500, zona popolare ricca di colori e folklore, agli itinerari che si snodano lungo le vie principali. Prendendo l’arteria stradale detta “Spaccanapoli” (perché divide in due la città antica), i visitatori potranno partire dalla Chiesa del Gesù Nuovo, con la sua facciata recuperata da un palazzo signorile del ‘400, passare per la Basilica di San Domenico Maggiore di epoca angioina e arrivare, risalendo via Duomo, alla magnifica Cattedrale. Ristrutturato più volte per riparare ai danni sismici, il Duomo si sovrappone a edifici preesistenti e deve lo slancio verticale dell’odierna facciata ad Enrico Alvino, architetto dell’Ottocento. All’interno è da visitare la Cappella del Tesoro di San Gennaro che custodisce, fra le altre cose, reliquie del sangue del santo.Un secondo percorso parte da piazza Bellini, luogo di caffè letterari, segue i portici medievali del palazzo di Filippo d’Angiò in Via Tribunali e arriva  fino a Castel Capuano. Si tratta di uno dei quattro castelli che dominano Napoli insieme a Castel Sant’Elmo, Castello dell’Ovo e alla fortezza-palazzo di Castel Nuovo, detto anche “il Maschio Angioino”, realizzato sotto il regno di Carlo I d’Angiò.Dal Maschio Angioino si può partire per un itinerario a ritroso verso piazza del Plebiscito, incorniciata dalla Basilica di San Francesco di Paola, che riecheggia nelle forme il Pantheon romano, e dal Palazzo Reale, residenza dei Borboni. Fra gli altri edifici degni di visita ci sono, poi, il Monastero di Santa Chiara, con le splendide decorazioni del Chiostro delle Clarisse, la Basilica di San Lorenzo Maggiore, che conserva testimonianze di strutture greco-romane nel chiostro interno, il Palazzo Reale di Capodimonte, con le Gallerie Nazionali che raccolgono opere di Tiziano, Raffaello, Correggio, Masaccio, Mantegna e Caravaggio e vari musei fra cui il Museo Civico Gaetano Filangieri.L’intensa vita culturale di questa capitale dell’arte si snoda, oltre che nei musei come il Madre, anche lungo i caffè della Galleria Umberto I e i suoi locali sono brulicanti di vita anche di sera, quando Napoli diventa la città degli universitari, dei musicisti, della pizza e della buona compagnia.

Pompei

Ciò che affascina di Pompei e lo rende, dal punto di vista storico ed artistico, un luogo unico al mondo e' la possibilità di poter ricostruire, passo dopo passo, lungo le vie lastricate di basalto lavico, la vita quotidiana degli abitanti di una città che un evento catastrofico come l'eruzione del Vesuvio ha reso immortale. Il cuore della vita cittadina, il centro di tutte le attività economiche, commerciali e politiche e il punto d'incontro per eccellenza, la "piazza" dei pompeiani, era il Foro. In questo vasto spazio, cinto da un doppio colonnato ed adorno di statue di bronzo e di marmo, di cui restano i piedistalli, erano situati tutti i principali edifici pubblici.Dalla Basilica dove si amministrava la giustizia, alle sedi dei diumviri; dei decurioni e degli edili, che governavano la città, al Comitium destinato alla votazione dei magistrati, al Tempio italico di Giove che insieme a quello di Apollo e ai numerosi altri edifici sacri dedicati alle diverse divinità sparsi nella città, testimoniavano il culto per la religione dei pompeiani che arricchivano anche le loro case di altari, detti larari. Ma questo grande spiazzo rettangolare di 38 m. x 142 era anche il luogo deputato al commercio.Nel Macellum, mercato coperto costruito in età imperiale, sono state ritrovati noccioli di frutta, cereali e lische di pesce, perché qui si vendevano i prodotti della terra, così' come la carne e gli ortaggi.L'agricoltura infatti, grazie anche ai terreni fertili, prosperava: gli orti pompeiani erano celebri per le verdure, per le viti, gli ulivi, il miele e la spelta, una varietà di grano duro che consentiva due raccolti l'anno.L'edificio di Eumachia sacerdotessa di Venere, sede della corporazione dei Fullones (lavandai, tintori e fabbricanti di panni), era destinato alla vendita all'asta della lana, dei vestiti e di altri articoli di abbigliamento. L'indirizzo commerciale dell'economia pompeiana si accentuò dopo il terremoto del 62 d.C. Lungo la via dell'Abbondanza, uno dei decumani che attraversava la città da est ad ovest, si susseguivano i thermopolia come quello di Asellina, per la mescita di bevande calde e fredde, le caupone osterie e trattorie, le tintorie o fulloniche come quella di Stofano dove l'impluvium, per la raccolta delle acque, era stato trasformato in una vasca per lavare i panni che venivano poi pigiati con i piedi dagli operai e sbiancati con l'orina. Perfino una grandiosa villa come quella di Giulia Felice era in parte destinata ad osterie e botteghe.Accanto alle panetterie, dove le macine di pietra coniche per produrre farina e pane venivano azionate da muli o schiavi, alle rivendite di garum la prelibata salsa di pesce essiccato fatta con tonni murene e sgombri, erano disseminate per tutta la città le botteghe degli artigiani del ferro, della ceramica, e degli orafi. Ogni pompeiano, a seconda delle sue possibilità, cercava di ritagliarsi un po' di spazio per l'ozio. Nei luoghi più frequentati della città sorgevano le terme: quelle del Foro, le Centrali e le Stabiane, importantissime nella vita quotidiana della città.Questi edifici, divisi in sezioni maschili e femminili, comprendevano il calidarium (bagno caldo), il tepidarium (bagno tiepido), e il firigidarium (bagno freddo) e, nelle sale a volta ricche di stucchi, si procedeva ai massaggi e ai trattamenti estetici. La cura del corpo era completata nelle palestre dove si esercitavano le attività sportive come, ad esempio, nel grandioso edificio di epoca imperiale della Grande Palestra: grossi calchi di radici testimoniano l'esistenza dei platani che ombreggiavano tutta l'area.Gli spettacoli teatrali costituivano un appuntamento irrinunciabile. Nel Teatro grande (200-150 a.C.), con una capienza di 5000 spettatori, di cui rimangono poche gradinate della cavea e la scena con nicchie ed edicole, si rappresentavano spettacoli classici, commedie o tragedie; mentre nel Teatro piccolo, aperto, costruito dopo 1'80 a.C., la cui gradinata e' integralmente conservata e ospitava 1000 spettatori, avevano luogo le audizioni musicali e gli spettacoli di mimi. Nel grandioso Anfiteatro di forma ellittica, sempre dell'80 a.C., con una capienza di 12000 persone, si svolgevano i seguitissimi giochi tra i gladiatori.Ma e' nelle abitazioni private che i pompeiani concentrarono il loro gusto per l'architettura, i giardini, gli affreschi. Dalla tipologia più semplice di epoca italica (IV e III sec. a.C.), con l'atrio, il tetto con il compluvium per radunare le acque nella vasca sottostante l'impluvium, le cubicola o stanze d'alloggio e il tablinium, luogo di riunione della famiglia in fondo all'atrio, e alle spalle l'hartus, si passa nel corso degli anni, ad edifici piu' complessi in cui si moltiplicano gli atri, i peristili e i giardini e si inseriscono le decorazioni pittoriche dalle tinte calde e brillanti, come il famoso rosso pompeiano, con soggetti mitologici, eroici, religiosi, erotici o fantastici.Mirabili esempi sono rappresentati dagli affreschi della Casa dei Vettii, tra cui spiccano gli Amorini che documentano le varie attività artigianali; dalla splendida Venere in conchiglia della Casa di Venere o dal misterioso ciclo di affreschi della Villa dei Misteri, dedicato al culto di Dionisio, di 3 m. x 17, che costituisce una delle piu' grandiose raffigurazioni pittoriche dell'antichità. E poi che dire dell'arte della scultura in bronzo che ha un suo celebre esempio nel Fauno danzante dell'omonima Casa, dell'amore per il vasellame e dell'argenteria confermata dal ritrovamento di ben 115 pezzi d'argento nella Casa di Menandro.Nei giardini dove i pompeiani amavano pranzare sui triclini durante l'estate, abbondavano le fontane, come quelle in mosaici policromi della Casa della fontana grande e piccola, grazie anche alla possibilità di sfruttare l'acqua corrente, per merito delle condutture di piombo che rifornivano tutta la città e che causarono non pochi problemi di tossicità ai pompeiani.I mosaici completavano mirabilmente la decorazione delle case: dai più semplici in coccio pesto, ai tasselli in bianco nero con motivi geometrici come il Cave canem della Casa del poeta tragico, alle vere e proprie opere d'arte con la più vasta gamma di tinte, come la Battaglia di Isso rinvenuta nella Casa del Fauno e oggi al Museo Nazionale di Napoli, che ritrae Alessandro Magno contro Dario.

Reggia di Caserta

Nel 1751 re Carlo di Borbone incaricò l'architetto Luigi Vanvitelli di progettare un palazzo che potesse competere con le grandi residenze dei sovrani europei, scegliendo come luogo la pianura nei pressi di Caserta. Vanvitelli accettò la sfida e presentò un progetto che raccolse l'approvazione entusiasta del re e della regina, Maria Amalia di Sassonia. I lavori iniziarono nel 1752 e si protrassero, con alcune interruzioni, fino al 1774. Nell'ultimo anno, morto Luigi Vanvitelli, i lavori furono proseguiti dal figlio Carlo che li portò a termine senza però poter rispettare esattamente il progetto paterno. Durante il regno di Ferdinando IV la reggia ospitava la corte in primavera e in estate ed era spesso teatro di feste, ricevimenti e battute di caccia; divenne poi la dimora preferita di Ferdinando II. Fece parte dei beni della corona fino al 1921, quando passò allo Stato. Durante la seconda guerra mondiale il palazzo fu gravemente danneggiato dalle bombe e poi restaurato.Nell'atrio all'ingresso del palazzo, si apre il vestibolo inferiore, dal quale si può ammirare l'infilata dei quattro cortili che aprono la vista sul parco. Dallo scalone d'onore si sale al vestibolo superiore e, di fronte, alla Cappella Palatina. Ispirata alla cappella della reggia di Versailles, è una sala rettangolare, con la volta a botte ornata di cassettoni e rosoni dorati e un'abside semicircolare. Ai due lati le gallerie superiori sono formate da sedici colonne; sulla parete d'ingresso è la tribuna reale. A sinistra della Cappella si aprono gli Appartamenti Reali: il salone degli alabardieri, il salone delle guardie, il salone di Alessandro, situato al centro della facciata principale. L'Appartamento nuovo, così chiamato perché costruito nell'Ottocento, consta di tre stanze: la sala di Marte, la sala di Astrea e la sala del trono, la più grande del palazzo. L'Appartamento del re, anch'esso ottocentesco, risente nel decoro e negli arredi dell'influenza francese, soprattutto nelle stanze da letto di Francesco II e Gioacchino Murat. L'Appartamento Vecchio era abitato già alla fine '700 da Ferdinando IV. Le sale di rappresentanza sono note come Stanze delle Stagioni perché hanno i soffitti affrescati con allegorie delle stagioni; le stanze della regina Maria Carolina sono elegantemente decorate. La Biblioteca Palatina occupa tre grandi ambienti: voluta da Maria Carolina, conta oltre diecimila volumi. In una grande sala è stato ricostruito il Presepe Reale con figure originali, sul modello di quelli che ogni anno erano allestiti a corte, in omaggio all'antica tradizione presepiale napoletana rispettata e alimentata dai sovrani borbonici. Un altro gioiello del Palazzo è il Teatro, progettato da Vanvitelli in un secondo momento per espressa volontà del re Ferdinando IV, grande appassionato di teatro. Costruito a ferro di cavallo, con cinque ordini di palchi e un sontuoso palco reale, costituisce un capolavoro dell'architettura teatrale settecentesca. La Reggia di Caserta è il capolavoro di Luigi Vanvitelli. Il suo progetto prevedeva un grande edificio a pianta rettangolare, con facciate uguali rivolte una sulla piazza d'Armi, l'altra sull'enorme giardino e quattro cortili interni. Le facciate, realizzate in laterizi e travertino, hanno un basamento a bugnato, un doppio ordine di finestre ornate in parte di mezze colonne e lesene e un ultimo piano sovrastato da una balaustra sulla quale era prevista una serie di statue, poi non realizzate. Il progetto prevedeva anche due torri angolari, ai lati del palazzo e una cupola centrale, anch'esse mai realizzate. Il palazzo ha 1200 stanze, 34 scale e 1970 finestre.Insieme all'architettura del palazzo, Vanvitelli ideò il meraviglioso parco.La Pinacoteca della reggia di Caserta è suddivisa in vari settori. Una Quadreria di otto sale ospita i ritratti dei re e delle regine della famiglia dei Borbone, sia d'Italia che di Francia. Una sala è dedicata al capostipite Carlo e contiene un suo ritratto, un ritratto della moglie Maria Amalia e uno di Filippo V. La sala dedicata a Ferdinando IV e a Maria Carolina contiene numerosi ritratti dei sovrani, tra cui uno giovanile della regina dipinto da Raffaello Mengs. In una grande sala ellittica una tela di Giuseppe Cammarano raffigura la Famiglia di Francesco I e un'altra l'albero genealogico della dinastia. Molti i ritratti di Federico I, e delle sue due mogli, Maria Cristina di Savoia e Maria Teresa d'Austria. Una raccolta di dipinti proviene dalle collezioni dei Farnese e fu acquisita da Carlo III insieme a un gruppo di sculture antiche, tra cui la gigantesca statua di Ercole e il gruppo marmoreo raffigurante Alessandro Farnese incoronato dalla Vittoria. Alcune tele farnesiane raffigurano avvenimenti della vita di Elisabetta Farnese; vi è poi un gruppo di battaglie, di scuola parmense. Un importante gruppo di dipinti raffiguranti vedute di porti del Regno fu commissionato dal re Ferdinando a Philipp Hackert, pittore austriaco. Un'ala del palazzo ospita il cosiddetto Museo dell'Opera o Museo Vanvitelliano, che raccoglie disegni, schizzi, piante delle opere vanvitelliane e soprattutto modellini in legno della reggia, realizzati quasi tutti dall'ebanista Antonio Rosz. Parte integrante della maestosità e della bellezza della Reggia di Caserta è il meraviglioso parco. È un tipico esempio di giardino all'italiana, costruito con vasti prati, aiuole squadrate e soprattutto un trionfo di giochi d'acqua che zampillano dalle numerose fontane. Il percorso dei giochi d'acqua comincia dalla Fontana del Canalone, detta anche Cascata dei Delfini perché il getto scaturisce dalle gole di tre giganteschi delfini. La Fontana di Eolo è costituita da una grande vasca nella quale si raccoglie l'acqua che cade dall'alto. Nella Fontana di Cerere o Zampilliera i getti d'acqua sono lanciati da due delfini, quattro tritoni e dalla raffigurazione simboliche di due fiumi; al centro è posta la statua di Cerere. Dalla Fontana di Venere e Adone l'acqua discende in una vasca attraverso una serie di dodici rapide. Il percorso termina con la Vasca di Diana e Atteone, dove scende dopo un salto di 78 metri, l'acqua della Grande Cascata. Il parco comprende anche un Giardino Inglese, voluto da Maria Carolina d'Austria. È ricco di piante esotiche e rare e abbellito da serre, aiuole, boschetti e viali che seguono ed enfatizzano l'accidentata conformazione del territorio. Vi sono un piccolo lago, il Bagno di Venere e, secondo il tipico gusto romantico, rovine artificiali e finti ruderi, con statue provenienti dagli scavi di Pompei.

Salerno e dintorni

Salerno è tra le città più belle della Campania ed è situata in una posizione strategica proprio al vertice dell’omonimo golfo.Negli ultimi anni è molto cresciuta da un punto di vista turistico, attirando vacanzieri che già si recano nella regione per visitare le tantissime attrattive presenti.

La città ha una lunga storia che offre ai visitatori monumenti e luoghi molto affascinanti dal punto di vista della cultura.Il periodo più fiorente della città fu quello della dominazione Normanna, quando le fu attribuito il ruolo di Capitale del comparto meridionale.Oggi i motivi di attrazione turistica sono differenti, soprattutto la comodità nel raggiungere questa città grazie all’Alta Velocità che fa di Salerno la fermata più a Sud delle nuove linee ferroviarie veloci.Anche i trasporti via mare sono molto migliorati e molte navi da crociera si fermano nel porto cittadino permettendo ai turisti di fare un breve giro turistico.Ciò che attrae i turisti è la posizione, vicinissima all’affascinante Costiera Amalfitana ed a tutti i monumenti principali della regione, ma non solo: nell’ultimo periodo molto interessante e allettante è anche la manifestazione Luci d’Artista che si svolge qui ogni anno nel periodo natalizio.Un’incantevole momento di luci e colori che arricchiscono l’atmosfera delle festività in una città molto legata alla tradizione.Oltre a queste caratteristiche, però, Salerno offre diversi luoghi storici, monumenti, chiese, cultura e abitudini particolari, che non possono essere tralasciate.  Il centro storico della città è descritto come un esempio illustre  di urbanistica medievale dove, tra i monumenti, spicca il Duomo.Venne fondato da Roberto il Guiscardo per scelta del Vescovo Alfano I, diedero inizio ai lavori nel 1080. Poi consacrato da Papa Gregorio VII e ufficialmente inaugurato nel marzo del 1084. La struttura che si vede oggi è quella derivante dal terremoto del 1688, che portò a ristrutturare e ricostruire il Duomo.Sul lato meridionale dell’edificio si trova il campanile, che risale al XII secolo, di evidente ispirazione araba.La pianta della cattedrale è articolata: un corpo centrale a tre navate con uno orizzontale. La novità dell’edificio sta nella forma della cripta: si apre ad aula e lo spazio è scandito da colonne.Qui si trovano le spoglie di San Matteo. Per tale motivo è conosciuto anche come Chiesa di San Matteo.Duomo di SalernoTutto il Duomo presenta delle raffigurazioni scultorie di animali, a partire dall’ingresso, che si raggiunge dopo una lunga scalinata settecentesca, dove vi sono un leone e una leonessa che allatta ilsuo cucciolo, simbolo della potenza e della carità della Chiesa.L’architrave presenta una scimmia e un leone agli estremi: simbolo di eresia e verità della chiesa.Se si vuole avere una bella vista della città e del relativo Golfo, bisogna andare al Castello di Arechi.Si tratta di un castello medievale situato a 300 metri sul livello del mare. Per tradizione la fortezza è associata al duca longobardo Arechi II.Opera di artigiani goto-bizantini risalente al VI secolo, assume una rilevante importanza militare nel XVIII secolo quando il principe Arechi II lo rende il sistema di difesa della città.Nel 774 il principe ne fece la residenza della corte del Ducato di Benevento e divenne il vertice di difesa di un sistema a triangolo che cingeva tutta l’antica città di Salerno.  Oggi il castello è una location affascinante per celebrare matrimoni eleganti, ricevimenti o congressi. AL centro del castello è presente un piccolo museo con ceramiche e monete. Molto particolare è anche l’Acquedotto medievale, che forniva acqua al convento di San Benedetto. La caratteristica che lo rende noto è l’utilizzo dell’arco ogivale, una vera innovazione ai tempi della sua costruzione nel IX secolo.L’arco gli valse il soprannome di ponte del diavolo; oggi, invece, si ammirano le sue arcate medievali che contrastano con la città moderna e innovativa che si è costruita tutto attorno, inglobando la storia dell’acquedotto.La via più famosa e caratteristica della città è la Via dei Mercanti che si sviluppa dall’arco di Arechi  in parallelo alla costa.Oggi questo luogo è il cuore dello shopping, corredato da chiese e palazzi antichi. Nel cuore del centro storico vi è, inoltre, il museo archeologico provinciale, mentre proprio lungo Via dei Mercanti vi è il museo didattico della Scuola Medica Salernitana.La città di Salerno, infatti, lega la sua reputazione all’importante scuola medica salernitana, prima istituzione medica a livello europeo con alle spalle una storia millenaria. Salerno è senza dubbio una città balneare, uno dei motivi per cui molti turisti decidono di trascorrere qui le loro vacanze.Il Lungomare Trieste è una passeggiata di 2 chilometri che collega il porticciolo turistico Masuccio con il porto commerciale, a fianco della spiaggia di Santa Teresa. Una passeggiata gradevole, molto utilizzata dagli abitanti e soprattutto dai turisti, per muoversi lungo la città.Stazione Marittima di Salerno.Di particolare interesse per i turisti è senz’altro la Stazione Marittima di Salerno, situata  sul molo Manfredi del porto commerciale, inserito tra i progetti architettonici di alta qualità nel 2013.La stazione fu commissionata nel 2000 dal sindaco Vincenzo de Luca per dare seguito alla crescente domanda per lo sbarco crocieristico di varie aziende; così venne concesso all’architetto Zaha Hadid il compito di realizzare una stazione marittima moderna e funzionale. Oggi è approdo ideale per i turisti grazie alla sua posizione strategica tra la Costiera Amalfitana, la Costa Cilentana e le isole di Capri e Ischia.

Le Luminarie o Luci D'Artista

Una spettacolare esposizione tra le strade, le piazze e gli angoli di Salerno dove la fantasia prende corpo tramite la luce lasciando tutti con il fiato sospeso. Giardini incantati, le fiabe più amate, le costellazioni planetarie ed i fenomeni celesti, le suggestioni d'Oriente, le evoluzioni circensi, le vele ed il mare. Luci d'Artista esalta la creatività e l'immaginazione trasportando i visitatori in un universo incantevole. Luci d'Artista è uno spettacolo di luci, una grande festa, una bella occasione per stare insieme tra familiari ed amici, un segno di speranza ed allegria che rasserena l'anima ed aiuta a guardare con più fiducia al futuro. Luci d'Artista aiuta inoltre a scoprire, o riscoprire, il grande patrimonio storico, ambientale, enogastronomico ed artigianale di Salerno, città della Scuola Medica Salernitana che nei mesi della manifestazione diventa una delle mete più attraenti d'Europa. 
Voto medio:

da Valerio B. - 13/12/2019, alle 11:53
Viaggio ben organizzato; ottima la guida Isabella.


da Franca L. - 13/12/2019, alle 10:51
Mi sono trovata benissimo, grazie a Isabella che è stata fantastca


da ROSANNA S. - 13/12/2019, alle 09:18
E il secondo viaggio che faccio con voi


da Angelo T. - 14/12/2018, alle 16:15
E' la prima volta che io e mia moglie facciamo una vacanza organizzata, siamo rimasti molto soddisfatti per il trattamento e sopratutto per la competenza della nostra guida Isabella che è riuscita a farci vivere nei vari periodi visitati.

Unica pecca il cibo, poteva essere più accurato

Angelo Testa e Perotto Maria Rosa


da marta m. - 14/12/2018, alle 15:08
Tutto ok per le visite guidate, ottima la guida e il sevizio pullman, l’albergo:avevo chiamato da voi in uff per assicurarmi che ci fosse la camera 2 letti, mi hanno detto non si preoccupi eccc. Abbiamo trovato camera con letto matrimoniale. (Risolto poi scambiando la camera con la guida) Le cene al ristorante: di scarsa qualità. Nonostante le lamentele sia nostre che della guida.


da ornella g. - 14/12/2018, alle 13:37
Buongiorno a tutto il team!

Tour ben organizzato e apprezzato, sia per le mete scelte che per la guida Isabella, simpatica e culturalmente molto preparata.. A lei un ringraziamento particolare per l'impegno dedicato, sicuramente mi rivolgero' ancora a voi per una nuova avventura\" , magari in Sicilia..



Un saluto a Isabella che risentiro' presto e un abbraccio a tutti, anche se non vi conosco.


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