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TOUR DEL CILENTO

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Campania - Agropoli (SA)

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Strutture nelle vicinanze

Certosa di San Lorenzo

Riconosciuta nel 1998 patrimonio dell'Umanità dall'UNESCO la Certosa di San Lorenzo, anche conosciuta come Certosa di Padula è di certo uno dei posti più belli della provincia di Salerno.La stupenda Certosa di San Lorenzo, rende il Comune di Padula la principale meta del turismo religioso in Campania oltre ad essere tra i monumenti più suggestivi del patrimonio artistico italiano.Lo stile architettonico è quasi prevalentemente barocco, infatti sono davvero poche le tracce trecentesche superstiti. Il complesso conta circa 350 stanze ed occupa una superficie di 51.500 m² di cui 15.000 impegnati solo dal chiostro, il più grande del mondo. La Certosa di San Lorenzo, grazie alla sua vasta estensione è seconda solo alla Certosa di Grenoble in Francia. certosa di san lorenzo padula.È possibile dividere l'impianto architettonico della Certosa di Padula in due zone: nella prima rientrano i luoghi di lavoro mentre nella seconda vi è la zona di residenza dei monaci. La struttura della certosa, come per tutte le altre certose, segue la regola certosina, ovvero la regola che predica lavoro e contemplazione. Proprio per questo nella certosa esistono luoghi differenti per la loro attuazione: il chiostro, la biblioteca, dove è ancora possibile ammirare il pavimento fatto da mattonelle in ceramica Vietrese, la Cappella decorata con preziosi marmi, la grande cucina, le grandi cantine del vino, le lavanderie ed i campi limitrofi dove venivano coltivati i frutti della terra per il sostentamento dei monaci.Nonostante nella Chiesa come in altri luoghi della Certosa di padula, i numerosi spazi vuoti testimoniano la soppressione della Certosa da parte dei francesi agli inizi dell’Ottocento, che provocarono la dispersione di numerosi tesori artistici, la Certosa di Padula è simbolo di grande architettura oltre che di un grandioso passato.

Agropoli

Agropoli è un paese del Parco nazionale del Cilento e Vallo di Diano sorto su un promontorio che domina la parte meridionale del golfo di Salerno, a ridosso dei monti del Cilento, in prossimità della foce del fiume Testène. In passato era chiamata Acropoli, dal latino acropolis, a sua volta risalente dal greco akropolis, con il significato di "città alta", in riferimento alla sua posizione geografica. Con il tempo divenne Agropoli perché forse il nome fu contaminato dal latino ager (campo). Il territorio, su cui oggi sorge la città di Agropoli, ha visto la presenza dell'uomo fin dai tempi più remoti. A partire dal neolitico, infatti, è stato abitato da popolazioni dedite alla caccia e alla pesca. Ma fu con i greci che Agropoli, cominciò ad avere un ruolo storico importante. Questa magnifica cittadina, secondo il suo significato, città fortezza, è ancora oggi a forma di roccaforte in una posizione invidiabile. Città ricca di storia, meta di molti turisti italiani e stranieri. Al centro antico vi si accede da una serie di caratteristiche gradinate che portano alla grande Porta e da lì, risalendo per vie e viuzze, si giunge al castello. Il castello, a pianta triangolare e con tre torri circolari, si erge sul promontorio incastrandosi come un vertice nell'interno dell'area del borgo antico, mentre la base si protende fuori del nucleo abitato, come fortificazione avanzata sul versante collinare dal pendio più dolce e più esposto agli assalti. Esso presenta l'aspetto assunto dopo le ristrutturazioni d'età aragonese (XV secolo d.C.) che devono aver notevolmente ampliato l'originario impianto, a forma triangolare. L'interno del castello è occupato dalla piazza d'armi e da edifici addossati sui lati settentrionale e orientale. La piazza, oggi adibita a giardino e a teatro all'aperto, non è frutto di un riempimento artificiale, ma poggia sulla roccia inglobata a suo tempo nelle mura del castello, mentre sul lato settentrionale si trova la "Sala dei francesi". Dal lungomare è visibile la Torre, in stile veneziano, fu costruita nel 1929 . Posto accanto al convento francescano qui sorto fin dal 1230, questa torre, di forma quadrangolare, risultava in posizione strategica, comunicando a Nord col Castello e con la Torre di San Marco, mentre a Sud con la torre costruita a Trentova e con quella di Punta Tresino. Da visitare è l'Antiquarium che custodisce numerose testimonianze della storia più antica di Agropoli ed è stato possibile realizzarlo mediante l'attività di recupero del "Gruppo Archeologico Agropoli", di concerto con la competente Soprintendenza. Meta d'obbligo del centro antico sono: la Chiesa della Madonna di Costantinopoli (XVII sec.) e quella di SS. Pietro e Paolo (Alto Medioevo).

Castellabate

Santa Maria di Castellabate è un paese del Parco nazionale del Cilento e Vallo di Diano, ed è la maggiore frazione di Castellabate. La storia del paese ripercorre marcatamente le vicende che hanno riguardato Castellabate, in quanto il territorio era alle strette dipendenze degli amministratori del Castello dell'abate. La zona di Santa Maria, anche prima della fondazione di Castellabate, era dedita esclusivamente ai traffici commerciali, che riguardavano le merci (paglia e farina) sbarcate dal porto "Travierso" o "delle Gatte" a via Pagliarola, dove si trovavano gli edifici storici, il vecchio forno e la cappella della confraternita dei Frati minori. Nel 1767, quando il feudo passò dal marchese di Castellabate Parise Granito al figlio Angelo, si hanno le prime notizie su questo villaggio di pescatori, che si è sviluppato intorno al suo centro storico, da cui prendeva anche il nome di "Isca delle Chitarre". La località era conosciuta anche come "Castellabate Marina" o "Castellabate Inferiore", prima di assumere il toponimo definitivo dal nome della chiesa eretta in loco. Con l'emigrazione di numerose famiglie giunte da Maiori, si edifica nel 1836, su una preesistente cappella, il santuario di Santa Maria a Mare, composto da tre grandi navate e un campanile a base esagonale. Sono svariate le torri costiere dislocate su tutto il territorio che fanno parte del sistema difensivo predisposto a Castellabate per avvistare le imbarcazioni saracene che si avvicinavano alla costa con l'intento di depredarla o conquistarla e offrire alle popolazioni locali così una prima difesa dai possibili invasori. La torre meglio conservata è quella normanno-aragonese della Pagliarola (o come meglio conosciuta in loco torre Perrotti), che accorpata al palazzo dei baroni Perrotti domina la Marina Piccola di S.Maria. L'origine viene fatta risalire nell'epoca medievale, ma è stata ulteriormente potenziata negli anni 1570-71. Da visitare troviamo anche l'ottocentesca villa Matarazzo era la residenza estiva del conte Francesco Matarazzo, emigrato nel 1881 in Brasile in cui divenne uno degli industriali più importanti del mondo. La villa, che si estende tra corso Matarazzo, piazza Matarazzo e il lungomare, è ricca di verde e di campi che, un tempo ospitavano l'esteso vigneto di famiglia. Il suo ampio terrazzo offre una veduta del mare e dell'intera tenuta. Al suo interno è collocata la statua di bronzo a mezzo busto raffigurante Costabile Matarazzo, figlio del conte Francesco, le numerose cartine geografiche usate da quest'ultimo nei suoi tanti viaggi, oltre ai saloni e alle vecchie stalle dei cavalli. Il palazzo Belmonte è una struttura nobiliare con un grande parco situata a Santa Maria che i marchesi Granito fecero costruire nel 1733 accorpando edifici preesistenti. Questo palazzo, nato inizialmente come casino di caccia secondo lo stile degli architetti spagnoli al servizio dei Borbone di Napoli, ospita i principi Granito Pignatelli di Belmonte. Il porticciolo "Travierso" detto anche "porto delle Gatte" è una struttura portuale del XII secolo che comprende una costruzione ad archi voluta dall'abate Simeone. All'interno degli archi vi erano una sorte di magazzini utili per conservare le numerose merci cilentane. Santa Maria è una frazione che si estende quasi prevalentemente lungo il mare, con una costa molto variegata e frastagliata, dove si alternano marine di scogli, baie, calette naturali e dorate spiagge. Il suo ecosistema marino è tutelato dell'istituzione nel 2009 dell'area marina protetta di Castellabate, che porta il nome della sua frazione principale: l'area marina protetta Santa Maria di Castellabate, che si estende dal Sauco alla punta di Ogliastro Marina.

Paestum

Paestum è un paese del Parco nazionale del Cilento e Vallo di Diano, frazione di Capaccio, situata nella Piana del Sele, vicino al litorale, nel golfo di Salerno. Il paese è stato abitato già dalla preistoria; oltre alla Necropoli di Gaudo, ne abbiamo testimonianze riferibili anche all'età paleolitica e neolitica. I Greci, dopo essersi assicurati un avamposto fortificato in vicinanza del mare, vi fondarono intorno al 600 a.C. una città che chiamarono Poseidonia in onore del dio mare. I Poseidoniati edificarono contemporaneamente un santuario (Heraion) poco più a nord, nei pressi della foce del Sele. La magnificenza di questa colonia suscitò presto mire di conquista nei Lucani, popolazione italica dell'interno, che la occuparono intorno al 400 a.C. mutandone il nome in Paistom. Ben altra potenza intanto andava espandendosi lungo la penisola: Roma. Divenuta incontrastata padrona di queste regioni, nel 273 a.C. vi fondò una colonia latina e diede alla città ilo nome di Paestum. I Romani arricchirono la città di grandi edifici tra cui il portico del Foro, le terme, l'Anfiteatro ed il cosiddetto Tempio della Pace. La visita di Paestum desta profonde emozioni: suggestiva è la visione dei maestosi templi dorici, soprattutto se ammirati nella luce del tramonto, che dona a questo luogo un'atmosfera ancor più magica. I templi dorici che dominano su Paestum, immersa nella silenziosa Piana del Sele, sono tre: la Basilica, il Tempio di Nettuno e il Tempio di Cerere. La Basilica, forse eretta nel VI secolo a.C., è il monumento più antico. Pur priva di tetto e di frontone, si alza solenne con tutte le colonne del porticato. Davanti al tempio si ergono i resti dell'altare sacrificale. Il tempio più grande, più bello e meglio conservato è però quello dedicato a Nettuno: il materiale adoperato per la costruzione è il travertino locale, che pare assorba la luce del sole. Il colore dorato, infatti, è più o meno intenso a seconda che la luce lo colpisca con maggiore o minore intensità. Il Tempio di Cerere ha un portico formato da 34 colonne. Nella zona archeologica, oltre a numerosi altri ruderi, sono visibili le mura della città greca, che si snodano per circa 5000 metri e i resti di alcune abitazioni di epoca romana. Di notevole importanza è anche il Museo, in cui è stato raccolto il materiale rinvenuto negli scavi: utensili, vasi, statuette, capitelli, lastre tombali dipinte e bellissime matope. Paestum fu abitata fino al 500 a.C., circa; successivamente l'avanzare delle paludi e, di conseguenza, della malaria ne decretarono la morte. Ma è proprio grazie alla boscaglia e all'ambiente malsano, cause della sua fine, che queste grandiose rovine sono giunte a noi, salve dalle distruzioni e dai saccheggi.
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